Emilia Romagna

Parmigiano: +2,9% vendite nei primi 9 mesi, export sale 1,3%

Varato divieto di produrre altri formaggi nei caseifici di filiera

Redazione Ansa

Si sono chiusi con un incremento delle vendite totali pari al 2,9% - con 95.079 tonnellate contro le 92.366 registrate nello stesso periodo dell'anno precedente - i primi nove mesi del 2022 per il Consorzio del Parmigiano Reggiano che, nel 2021, ha riportato un giro d'affari al consumo pari a 2,7 miliardi. Nel dettaglio le vendite sui mercati internazionali, sono cresciute dell'1,3% con 43.887 tonnellate contro 43.331 mentre quelle sul mercato italiano sono avanzate del 4,4% con 51.191 tonnellate contro 49.035 grazie alla ripresa del canale della ristorazione e delle vendite dirette avanzate del 4% con 10.990 tonnellate contro 10.570.
    Guardando ai diversi mercati, si segnalano la Spagna (+12,4% con 999 tonnellate contro 889), gli Stati Uniti, primo mercato estero per la Dop Parmigiano Reggiano (+8,2% con 10.326 tonnellate contro 9.539), la Francia (+7,2% con 9.323 tonnellate contro 8.697), il Giappone, cresciuto del 51% (632 tonnellate contro 419) e l'Australia che ha segnato un +12,7% (381 tonnellate contro 338).
    L'andamento del periodo gennaio-settembre, osserva il presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano Nicola Bertinelli, "conferma il sostanziale 'premio' dei consumatori, che dalla pandemia continuano a dimostrare fedeltà ai valori della nostra Dop, con un +2,9% di crescita a volume. Nonostante i risultati positivi - aggiunge - siamo preoccupati dalla situazione economica italiana e dalle difficoltà che stanno affrontando le famiglie per l'aumento dei prezzi e per il caro energia. Per questo motivo - argomenta - il Consorzio ha adottato un pacchetto di azioni straordinarie per un importo pari a 850.000 euro: si tratta di attività promozionali in collaborazione con le più importanti insegne della Gdo".
    A tutela della qualità del Parmigiano Reggiano, l'Assemblea generale dei consorziati ha affrontato il tema delle norme che regolano la produzione di formaggi similari-comparabili modificando lo statuto e introducendo il divieto di produrre, nei caseifici della filiera, altri formaggi comparabili-confondibili con la Dop. (ANSA).
   

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