Emilia Romagna

Benzinaio rapinato nel Reggiano con pistola, c'è un fermo

La vittima venne ferita da colpo arma da fuoco, un identificato

Redazione Ansa

È un 28enne pregiudicato residente a Sassuolo, nel Modenese, uno dei responsabili - reo confesso - sottoposto a stato di fermo per la rapina a mano armata messa a segno il 12 settembre scorso ai danni di un benzinaio di Veggia di Casalgrande, nel Reggiano. La vittima, un 53enne, era stata ferita alla gamba da un colpo di pistola calibro 6.35 esploso dal ragazzo che era riuscito a portargli via 3.500 euro in contanti. Somma che il benzinaio stava depositando allo sportello bancomat.

Il 28enne è stato individuato tra venerdì notte e sabato, fermato con l'accusa di tentato omicidio aggravato (poi riqualificata in lesioni gravissime dal gip Andrea Rat - che ha convalidato la misura di custodia cautelare in carcere - col ragazzo che ha reso dichiarazioni spontanee in aula, ammettendo le contestazioni tranne il tentato omicidio, dicendo di non aver sparato con l'intenzione di ledere la vittima), rapina aggravata, detenzione e porto illegale di munizioni nonché di simulazione di reato. E proprio da quest'ultima ipotesi è arrivata la svolta investigativa, come illustrato stamattina in conferenza stampa al comando provinciale dei carabinieri di Reggio Emilia, alla presenza del colonnello Andrea Milani. I militari del nucleo operativo e radiomobile di Reggio Emilia diretti dal capitano Lucrezia Limodio, della tenenza di Scandiano, e dei colleghi della compagnia di Sassuolo che hanno condotto le indagini - coordinate dal procuratore capo Calogero Gaetano Paci e dalla pm Piera Cristina Giannusa - sono arrivati all'uomo grazie alla fidanzata di quest'ultimo, indagata in stato di libertà per favoreggiamento.

La donna, una 26enne residente nel comprensorio ceramico reggiano, aveva infatti sporto denuncia del furto dell'auto, una Lancia Y bianca, utilizzata proprio per la rapina, al fine di depistare le indagini. Veicolo che era stato abbandonato nella zona delle Terme della Salvarola (Sassuolo), nel quale è stato rinvenuto anche un bossolo riconducibile poi all'arma - utilizzata nella rapina - dopo gli accertamenti balistici, così come il proiettile estratto dal ginocchio del benzinaio operato in ospedale.

Le indagini proseguono. All'appello manca il complice che aspettava il rapinatore a bordo dell'auto utilizzata per fuggire. E inoltre la magistratura ritiene che ci siano elementi analoghi tra questa rapina e un'altra compiuta il 25 agosto, in una tabaccheria sempre a Veggia di Casalgrande.

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