Emilia Romagna

'Le Willis' di Puccini in prima 'moderna' a Parma

Il 5 giugno nell'ambito del Festival Toscanini

Redazione Ansa

(ANSA) - PARMA, 03 GIU - La prima edizione del Festival Toscanini di Parma si inaugura il 5 giugno alle 21 all'Auditorium Paganini, con la prima esecuzione in Italia in tempi moderni, dopo l'esordio del 1884, dell'opera giovanile di Giacomo Puccini, "Le Willis", dando così avvio al percorso di avvicinamento alla figura di compositore lucchese, del quale nel 2024 ricorreranno cento anni dalla morte.
    L'opera verrà proposta in forma semiscenica preceduta dal Concerto in sol maggiore per pianoforte e orchestra di Maurice Ravel, con Daniel Ciobanu al pianoforte. Entrambe le partiture verranno eseguite dalla Filarmonica Toscanini con la bacchetta di Omer Meir Wellber, direttore musicale del Festival, al suo debutto operistico a Parma. Le Willis è la prima versione, pressoché sconosciuta, della poco più nota "Le Villi": riflette il clima letterario e poetico della Scapigliatura milanese ed esprime una ispiratissima vena eminentemente sinfonica, che prelude alla futura "Manon Lescaut". L'esecuzione, condotta sulla nuova edizione critica approntata da Casa Ricordi, si avvarrà del progetto drammaturgico e della regia di Filippo Ferraresi con Selene Zanetti, Kang Wang e Vladimir Stoyanov nei ruoli principali. "Affrontando Le Willis - spiega il direttore Omer Meir Wellber - ritengo sia più interessante capire non quanto della Bohème o di Tosca contengono, ma quanto Verdi racchiude la prima opera pucciniana. Ed è tanto: nei temi, nell'accompagnamento, ma soprattutto nell'orchestrazione, nei raddoppi delle parti, le scelte dei soli. Ne Le Willis si coglie il suo stile speciale sviluppato in seguito, e tuttavia stupisce la verdianità racchiusa nella partitura che vorrei fare uscire con la mia interpretazione. Sarebbe bello che ognuno, ascoltando Le Willis, pensasse ad un'opera che potrebbe aver composto Verdi, se fosse vissuto per altri 15 anni. Insieme a queste riflessioni ribadisco la mia passione per Puccini come colui che ha fatto nell'opera italiana ciò che Wagner ha fatto nell'opera tedesca avendo dato alla drammaturgia, sviluppata in senso cinematografico, un'importanza pari alla musica". (ANSA).
   

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