Emilia Romagna

Etgar Keret, la nostra dissonanza su guerra in Ucraina

A Fiera Bologna con lectio su storie in tempo di conflitti

Redazione Ansa

(ANSA) - BOLOGNA, 22 MAR - Ci mette di fronte alla dissonanza cognitiva che viviamo rispetto alla guerra in Ucraina lo scrittore israeliano Etgar Keret atteso nella serata conclusiva del secondo giorno della Fiera del Libro per ragazzi di Bologna con la lecture 'Che storie si possono raccontare in tempo di guerra? "Mi sembra una cosa folle: da un lato c'è l'Ucraina che urla 'aiutateci', 'mandateci i soldati' 'ci stanno uccidendo'. E dall'altra parte c'è Biden che dice 'Putin è come Hitler, è un pazzo'. Però noi non facciamo niente. Non vogliamo entrare nel conflitto. Quindi ci troviamo davanti a una situazione in cui la gente in Occidente vuole aiutare l'Ucraina e arriva a fare cose come annullare un evento in cui c'è la Russia, ma questo è un ossimoro: se Putin è come Hitler ed è uno psicopatico non facciamo nulla di utile così" spiega all'ANSA Keret. "Nel mondo vogliamo dare il nostro appoggio all'Ucraina ed è anche per questo che sono venuto alla Fiera di Bologna. Di solito non faccio questo tipo di cose. Metà della popolazione ha messo sul suo profilo Facebook la bandiera ucraina, ma sappiamo che questo serve a poco. Se il popolo ucraino potesse scambiare quello che io dirò nel mio contributo alla Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna per un elmetto o un arnese di guerra credo che apprezzerebbero" dice con grande ironia. Keret è venuto a parlare della narrazione in tempo di guerra anche perché è figlio di genitori che hanno vissuto la Shoah, " Per me Putin non è Hitler e l'Ucraina non è paragonabile all'Olocausto, penso questo a differenza del mio primo ministro, però mi rifaccio alle storie dei miei genitori e a mio padre che si rifiutava di considerarsi vittima. Non ci si può fermare a i nazisti erano malvagi, noi eravamo quelli che avevano sofferto. Questa è una cosa bidimensionale, mentre bisogna andare sulla tridimensionalità. Come vediamo le cose adesso è il risultato di una certa dissonanza, di una oscurità che abbiamo.
    Mentre, quello che mi hanno raccontato i miei genitori e come lo hanno fatto mi ha dato un senso di responsabilità" spiega lo scrittore israeliano. (ANSA).
   

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