Emilia Romagna

Eros Pagni interpreta Enrico IV di Pirandello a Bologna

Dal 18 marzo al Teatro Duse con la regia di Luca De Fusco

Redazione Ansa

Eros Pagni torna al Teatro Duse di Bologna da domani a domenica nel ruolo di 'Enrico IV' di Luigi Pirandello in uno spettacolo adattato e diretto da Luca De Fusco. Celebre la trama dello spettacolo: un uomo caduto da cavallo durante una festa in maschera, si risveglia convinto di essere Enrico IV, il personaggio che stava interpretando. La storia è, in realtà, una grande metafora incentrata sul tema della follia, ma anche sulla finzione e sul teatro stesso. Il protagonista, di cui non conosciamo neppure il vero nome, si radica a tal punto nel suo personaggio da non volerne più uscire neppure quando, di colpo, rinsavisce.
    L'arrivo dei vecchi compagni che avevano preso parte alla fatale mascherata fa esplodere tutte le contraddizioni di questa incredibile figura che, da anni, vive chiuso in un castello fuori dal tempo. Pagni interpreta Enrico IV, ruolo che attende la maturità di un grande attore, dopo avere regalato al pubblico alcuni personaggi indimenticabili. Tra i più recenti il 'Sindaco del rione Sanità', il padre dei 'Sei personaggi in cerca d'autore' realizzato insieme a De Fusco e applaudito non solo in Italia, ma anche a Parigi e a San Pietroburgo, fino a Prospero ne 'La tempesta'. Dopo un lungo sodalizio col Teatro di Genova e il compianto Marco Sciaccaluga, Pagni ha intessuto una nuova collaborazione con Luca De Fusco, col quale iniziò interpretando un magnifico Shylock. Lo scorso 24 febbraio, al Teatro Manzoni di Milano, Pagni e De Fusco hanno celebrato il centenario della prima assoluta di 'Enrico IV' con l'allestimento ora atteso sul palco del Duse di Bologna. "Più ho studiato Enrico e più ho pensato a Prospero, - scrive il regista - entrambi i personaggi sono arroccati, uno su un'isola, l'altro in un castello, e sembrano completamente estranei al loro tempo, vivono un'assoluta solitudine. Entrambi sono creduti pazzi, entrambi hanno con le persone che li circondano un rapporto flebile, intermittente, che può far dubitare al regista della stessa reale esistenza di ogni personaggio, salvo quello del protagonista". (ANSA).
   

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