Emilia Romagna

Parco del Delta Po nel progetto Ue su conservazione anguilla

Previsto rilascio di mille esemplari 'marcati' con speciale tag

Redazione Ansa

(ANSA) - BOLOGNA, 16 NOV - Da quest'anno il Parco Delta del Po è partner del progetto Lifeel, finanziato dall'Ue, il primo in Europa per la conservazione dell'anguilla. A partire dal mese di novembre 2021 fino al 2023, è previsto il rilascio di almeno mille esemplari da parte del Parco per permetterne il ritorno al Mare dei Sargassi, il sito riproduttivo delle anguille europee.
    L'anguilla europea è infatti una specie classificata a rischio di estinzione: dagli anni '70 la popolazione europea si è ridotta di quasi il 99%. Le cause sono molteplici e intervengono in diverse fasi del complesso, e per alcuni aspetti misterioso, ciclo biologico di questo animale: dalla pesca eccessiva alle dighe lungo i fiumi, dal cambiamento climatico alle specie 'aliene'. Per la conservazione dell'anguilla europea, l'Ente Parco in collaborazione con l'Università di Ferrara, si occupa della conservazione di questa specie da molti anni. Da quest'anno poi il Parco diventa partner di Lifeel.
    Il primo rilascio del 2021, avvenuto il 10 novembre, ha visto la liberazione di un centinaio di esemplari, così come la seconda giornata avvenuta il 16 novembre. Seguiranno altri due eventi di liberazione delle anguille, indicativamente a fine novembre e a dicembre, prima delle festività natalizie.
    Gli esemplari rimessi in libertà sono tutti contrassegnati con marche esterne di colore verde, con impresso un numero progressivo e il riferimento al sito web di progetto. La marcatura degli animali permette di identificare le rotte migratorie, attraverso le segnalazioni raccolte in caso di cattura o ritrovamento. Se viene avvistato o catturato un esemplare con la marcatura, è necessario segnalarlo sul sito del progetto https://lifeel.eu/ o contattare Mattia Lanzoni (Università di Ferrara, mattia.lanzoni@unife.it) o Oliviero Mordenti (Università di Bologna).
    Per la segnalazione è utile fare una foto dell'animale e annotare il numero dell'etichetta. Una volta annotati i dati, è necessario rilasciare l'esemplare in libertà per assicurarne la riproduzione e per aumentare l'efficacia della raccolta dati che si sta effettuando. (ANSA).
   

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