Emilia Romagna

Saga Coffe: Bonaccini, Governo agisca su delocalizzazioni

Lavoratori in presidio permanente, 'vergogna' su pettorine verdi

Redazione Ansa

"Il Paese e quindi il Governo deve, come aveva annunciato ma non ha ancora fatto, prendere un provvedimento contro le delocalizzazioni. Non può esserci chi viene a fare spesa nel nostro territorio e poi una volta che ha guadagnato e fatto profitti se ne va. Questa è una cosa indegna e indecente. Chiederemo al Governo di intervenire. Abbiamo già informato il Mise". Così Stefano Bonaccini, presidente dell'Emilia-Romagna, a L'aria che tira su La7 sulla vertenza Saga Coffee (ex Saeco) di Gaggio Montano (Bologna), con 220 lavoratori a rischio (l'80% donne) per l'annuncio di chiusura stabilimento nei giorni scorsi del gruppo Evoca.

"Noi oggi all'azienda chiederemo che ritiri il provvedimento di licenziamento", aggiunge Bonaccini. Oggi una delegazione di lavoratori sarà a Bologna per il tavolo previsto nel pomeriggio in Regione con azienda e sindacati. "Vogliamo guardare negli occhi" i rappresentanti dell'azienda, aggiunge il presidente emiliano, "perché ci devono dire in faccia, guardandoci, quali sono i motivi di un provvedimento che peraltro, ci viene detto, non ha motivi di difficoltà dal punto di vista della collocazione sul mercato di quel prodotto". La Saga Coffee produce macchine da caffè.

"Questa vicenda - sottolinea Bonaccini - arriva come un fulmine a ciel sereno perché è un momento molto favorevole dal punto di vista occupazionale" in Emilia-Romagna. Il presidente ha tra l'altro ricordato come in passato la Regione sia già intervenuta "per dare una prospettiva all'azienda". Dunque, riferendosi ai dipendenti in presidio collegati da Gaggio Montano che indossano pettorine verdi con la scritta 'Vergogna', Bonaccini dice che è "lo stesso sentimento di riprovazione che sentiamo noi". L'azienda "deve vergognarsi e scusarsi se ha un minimo di dignità per quello che sta facendo", aggiunge.

"Ci hanno tolto tutto, non ce lo meritiamo. Noi chiediamo solo di lavorare", il grido che arriva dai lavoratori in presidio.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it