Emilia Romagna

Tv: Rai, il 2 ottobre docufiction su casa riposo per attori

'Amati Fantasmi' racconta la Lyda Borelli di Bologna

Redazione Ansa

(ANSA) - BOLOGNA, 27 SET - Preceduta da un'anteprima bolognese al cinema Galliera giovedì 30 settembre (ore 21), 'Amati Fantasmi', docu-fiction di Riccardo Marchesini sceneggiata dalla scrittrice Grazia Verasani e prodotta da Giostra film, approda il 2 ottobre alle 22.40 in prima visione su Rai 5 e RaiPlay, per raccontare la storia della prima e unica casa di riposo per attori. Casa Lyda Borelli nacque a Bologna nel 1931 per ospitare quegli artisti che facendo una vita girovaga, quasi circense, arrivavano al termine della carriera senza una casa e senza una famiglia. Il film unisce elementi del reale alla fantasia raccogliendo le testimonianze di Pupi Avati, Gabriele Lavia, Glauco Mauri, Tullio Solenghi, Pino Strabioli, Milena Vukotic e le interpretazioni di tanti attori teatrali come Lucia Poli, Giulia Lazzarini, Umberto Bortolani, Elena Bucci, Alessandra Frabetti, Francesca Mazza, Stefano Randisi, Marco Sgrosso, Enzo Vetrano.
    'Amati fantasmi' raccoglie una serie di interviste ad attori, critici, storici e personalità vicine a Casa Lyda Borelli in grado di raccontare e ricostruire da una parte la storia della Villa e delle sue evoluzioni nel tempo, dall'altra uno spaccato su quella che era la vita degli artisti in una stagione ormai remota. "Nella nostra docufiction - spiega Marchesini - ci siamo immaginati che tutti questi ospiti illustri della Borelli fossero ancora qui, che vagassero per le sale del loro ultimo domicilio terreno bisbigliando lungo i corridoi, salmodiando un sonetto di Shakespeare, giocando con abiti di scena lisi e consumati, ripetendo la parte e chinandosi per gli applausi di un pubblico immaginario". "Abbiamo cercato di scrivere queste scene - aggiunge Grazia Verasani - con la giusta dose di comicità e anche di malinconia. Il documentario non solo valorizza un luogo ma valorizza un mestiere e noi ci siamo soffermati a raccontare i grandi attori del '900. Un modo per non dimenticare che cosa fosse quel teatro, fatto di compagnie di giro e di impresari, e lunghe tournée". (ANSA).
   

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