Emilia Romagna

Ferretti: il "momento magico" degli yacht italiani, ricavi per 457 milioni

A Cannes il gruppo presenta cinque anteprime mondiali

Redazione Ansa

Nei primi sei mesi dell'anno Ferretti Group ha già raggiunto il 75% del fatturato del 2020. L'amministratore delegato Alberto Galassi si gode il "momento magico", raccontando la "crescita poderosa che premia una strategia industriale votata all'innovazione perenne". Sono 23 i modelli lanciati tra il 2019 e il 2021 e nel prossimo triennio è previsto il rinnovo della gamma di tutti i brand del Gruppo. Da Cannes, dove ritorna dopo lo stop per il Covid lo Yachting Festival, l'avvocato Galassi fa il punto della situazione, con la sua flotta di barche di lusso che definisce "un'armata", del Made in Italy. ù

Galassi chiarisce che Ferretti, leader mondiale nella progettazione, costruzione e commercializzazione di motor yacht e navi da diporto, controllata per l'86% dai cinesi di Weichai, non cambierà proprietario. "La maggioranza di quest'azienda non verrà mai venduta", dice, spiegando che "un fondo sovrano importantissimo e un investitore privato straniero ci corteggiano da un anno". I risultati sono esaltanti: nel semestre i ricavi sono pari a 457 milioni, il margine operativo lordo è di 53 milioni, quasi quadruplicato rispetto al stesso periodo dell'anno scorso. Il portafoglio ordini nel primo semestre è di 817 milioni, mentre in tutto il 2020 era stato 683. Galassi ha ricordato l'investimento di 200 milioni nell'ultimo triennio in capacità industriale e sviluppo del prodotto.

Cinque le anteprime mondiali, lanciate a Cannes: Riva 68 Diable, Riva 76 Perseo Super, Wally WHY 200, Ferretti Yachts 1000, Pershing 6X. "La nautica in questo momento è un settore privilegiato perché vendiamo isole private, dove a bordo l'armatore ha la possibilità di riprendere la sua libertà, andare dove vuole, stare con chi vuole, mangiare in un ristorante che non ha problemi di posti al chiuso o all'aperto e c'è la possibilità di spostarsi con poca gente a bordo", dice Galassi, analizzando un altro fattore psicologico dell'epoca Covid, che incide sul successo: "Ci siamo resi conto della fragilità della vita. Prima si rimandavano gli sfizi, le voglie e i sogni che uno può coronare e non sono necessità, ma sono totalmente emozionali e ti permettono di migliorare la qualità percepita di vita. Oggi c'è questa idea di grande libertà, a cui la nautica risponde".

Galassi ha parlato anche dell'importanza di limitare la disponibilità di barche: "Cerchiamo di farle bene e autolimitarci", anche perché "creare l'attesa e l'aspettativa ti permette di avere una marginalità più alta". E della scelta di chiamare le barche con nomi italiani: "Stiamo facendo quello che fece Enzo Ferrari negli anni '50-'60. Era irrilevante che la macchina finisse ad Acapulco o allo Scià di Persia o Saint Tropez. E' l'orgoglio di fare le cose in Italia. E lo noterete sempre di più". 

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