Emilia Romagna

A Reggio Emilia 'Rider point' per i lavoratori del delivery

Un chiosco con bagni, riparazione bici e ricarica telefonini

Redazione Ansa

Nasce a Reggio Emilia il primo "rider point". Sarà collocato nell'ex Caffè Reggio, in piazza Domenica Secchi, in zona stazione. Nel chiosco i ciclofattorini del 'food delivery' potranno accedere fino alle 22, ripararsi in caso di pioggia, cibarsi a prezzi calmierati, accedere ai servizi igienici, caricare il telefonino e usufruire di strumenti utili alla manutenzione delle biciclette come gonfiare gli pneumatici o ripararla.
    Il progetto si chiama "Reggio Emilia Città Rider Friendly" e rientra nel patto di contrasto alle nuove povertà e più in generale al patto per il lavoro regionale. Stamattina l'Amministrazione Comunale - rappresentata dal sindaco Luca Vecchi e dall'assessore al welfare Daniele Marchi - ha siglato il protocollo d'intesa coi sindacati confederati Cgil, Cisl e Uil. "Si tratta di un punto di partenza - ha spiegato il primo cittadino in conferenza stampa - Individueremo altri luoghi, perché uno solo non basta. In questo modo diamo risposte concrete ai bisogni di una nuova categoria di lavoratori che durante la pandemia si è rivelata fondamentale per la consegna di cibo a casa". Il chiosco aprirà entro la fine dell'estate; nei prossimi giorni sarà pubblicato un bando per la manifestazione d'interesse. Dopo 30 giorni avverrà l'assegnazione.
    Soddisfatti i sindacati. "Siamo promotori di questa iniziativa - hanno detto Cristian Sesena (segretario generale provinciale Cgil), Rosi Papaleo (segreteria Cisl Emilia Centrale) e Fernando Guidetti (segreteria generale provinciale Uil) - Abbiamo raggiunto il primo obiettivo di dare dignità a questi lavoratori, a livello locale per quanto ci compete. Nel frattempo continueremo a portare avanti gli altri tavoli a livello nazionale con vertenze per migliorare il contratto merce-logistico nel quale si inquadrano i riders, ma anche negoziati con le società di delivery nel solco dell'accordo raggiunto con Just Eat grazie al quale più di duemila persone sono state stabilizzate a tempo indeterminato". (ANSA).
   

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