Emilia Romagna

Musica: Naghash Ensemble reinventa suono dell'antica Armenia

Il 26/6 al Ravenna Festival con musiche originali di John Hodian

Redazione Ansa

Che suono produce, oggi, una terra antichissima, intessuta di reminiscenze bibliche e cime innevate, terra dispersa nel vento della diaspora? Per il compositore e pianista John Hodian il punto di partenza è rappresentato dalla tradizione armena e dagli strumenti che le appartengono - il dhol, l'oud, i flauti shvi e blul, il duduk - ma il tragitto attraversa il post-minimalismo contemporaneo, il jazz, il rock. Sabato 26 giugno, alle 21.30 alla Rocca Brancaleone, il Naghash Ensemble sarà ospite di Ravenna Festival, che proprio quest'anno volerà a Erevan per 'Le vie dell'Amicizia'.
    Guidato dallo stesso Hodian, autore delle musiche, il Naghash Ensemble propone brani ispirati ad antichi poemi, meditazioni sul rapporto con la divinità secondo la prospettiva di un sacerdote e artista del XV secolo costretto all'esilio. Così nel terzo millennio il suono dell'Armenia, canto troppo spesso inascoltato, trova nuova linfa in quella Ravenna che è storicamente e sentimentalmente una porta schiusa verso Oriente.
    John Hodian si è formato come compositore e direttore al Philadelphia College for the Performing Arts e poi al Naropa Institute del Colorado, dove ha studiato piano e improvvisazione con Art Lande e Ralph Towner, nonché letteratura e poesia con Allen Ginsberg e William Burroughs. Sempre a Philadelphia ha iniziato la carriera nell'ambito della musica per il cinema e la televisione, vincendo anche il New York Emmy Award per la miglior musica per un documentario, e nel 1990 ha fondato la Epiphany Records. Con il Naghash Ensemble, creato nel 2010, è stato in tour in tutta Europa; Tigran Mansurian, oggi il maggiore compositore armeno e l'autore del Purgatorio che debutterà a Erevan con la direzione di Riccardo Muti, definisce quello del Naghash "il suono dell'antica Armenia reinventato per il XXI secolo".

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