Emilia Romagna

1 maggio: a Bologna i sindacati tornano in piazza

Polemica sulla contro-manifestazione dei 'patrioti'

Redazione Ansa

Dopo lo stop forzato del 2020, Cgil, Cisl e Uil bolognesi tornano in piazza Maggiore per il Primo Maggio. Sarà una Festa dei lavoratori diversa dalla liturgia classica, per evitare limitare al massimo il rischio di assembramenti in ottemperanza alle norme anti Covid: la mattina si terrà una tavola rotonda con i segretari dei tre sindacati confederali, mentre il tradizionale concerto pomeridiano inizierà alle 14,30 all'Estragon per poi proseguire fino alle 21. Sarà a porte chiuse, con diretta social e in tv. Tra gli artisti presenti Federico Poggipollini, Murubutu, Inoki e La Rappresentante di lista. Il titolo della giornata, come in tutta Italia, è 'L'Italia si cura con il lavoro'.
    Nonostante le limitazioni dovute alla pandemia, i sindacati vedono il bicchiere mezzo pieno: "Il Primo maggio 2021 ritorniamo in piazza maggiore e questo è già per noi un grande risultato", commenta il segretario della Cgil Maurizio Lunghi.
    Anche se, aggiunge, "è una festa un po' amara, perché sappiamo che la situazione del mondo del lavoro è un po' complicata". Tra pandemia e crisi economica le povertà sono cresciute e anche per questo i sindacati annunciano un contributo di 10mila euro al Fondo sociale di comunità messo in campo dalla Città metropolitana per aiutare le persone in difficoltà.
    A tenere banco, però, è anche la manifestazione in piazza della Pace della Rete dei Patrioti: "Siamo preoccupati perché vorremmo evitare che si creassero ulteriori tensioni dal punto di vista sociale", sottolinea Lunghi. I sindacati richiamano il protocollo firmato nel 2018 con il Comune di Bologna, che prevede di non dare spazi pubblici a forze di ispirazione fascista. "Non capisco perché il Comune di Bologna abbia sottoscritto un accordo con noi e poi conceda una piazza a questo gruppo", affonda Giuliano Zignani, segretario Uil.
    Zignani si augura che non vi siano episodi di apologia del fascismo: in caso contrario, avverte, quella sul protocollo "sarà una riflessione che dovremo fare all'indomani del Primo Maggio". Sulla stessa linea il segretario della Cisl Enrico Bassani: "Ogni tanto si ha l'impressione che col Comune di Bologna i 'pacta sunt servanda' diventino 'i pacta sunt interpretanda'".

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