Emilia Romagna

Vaccini: Rimini, 10 casi non in regola segnalati a Pm

Bimbi a scuola infanzia e nido nonostante mancato rispetto legge

Redazione Ansa

   Il Comune di Rimini ha inviato alla Procura la "segnalazione di dieci casi di alunni che continuano a frequentare scuola o nidi di infanzia pur non essendo in regola con gli obblighi vaccinali". Lo comunica l'Amministrazione. All'indomani del 10 marzo - data entro cui regolarizzare i piccoli con gli obblighi vaccinali fissati dalla legge - il Comune aveva avvisato i genitori che i figli per i quali non era stata presentata la documentazione non avrebbero più potuto frequentare nidi e scuole dell'infanzia, e che vi sarebbe stata segnalazione all'Ausl e alla Procura.

    "In un quadro nazionale colpevolmente incerto - commenta Mattia Morolli, assessore ai servizi educativi del Comune di Rimini - Rimini continua ad andare avanti, fino in fondo, consapevole della necessità per la salute pubblica degli obblighi vaccinali previsti dalla vigente legge Lorenzin". Quindi, prosegue l'assessore, "come già annunciato, e previsto dalla legge, continuiamo a segnalare i casi non in regola ad Ausl e Procura. Una azione, la nostra, che insiste per garantire a tutte le famiglie riminesi - in regola con gli obblighi vaccinali - di poter inviare i loro figli nelle scuole e asili senza preoccupazioni per la loro salute, in particolare quelli più esposti a livello sanitario".

   E sulla vicenda, sentito dall'ANSA, interviene anche  l'avvocato riminese, Luca Ventaloro esperto di Diritto minorile e sanitario e consulente legale del Comilva, il Coordinamento del Movimento Italiano per la Libertà di Vaccinazione secondo cui il comportamento tenuto dalle famiglie "non rappresenta un reato": si tratta di una risposta al fatto che "si stia applicando male la norma e dell'esercizio di un diritto e di un dovere come quello all'istruzione tutelato dalla Costituzione".  Quello tenuto dai genitori, osserva, "è un comportamento legalmente rilevante, non è un reato". Sul tema dell'applicazione della normativa, prosegue, in Italia "sono state presentate diffide e avviate azioni giudiziarie. Quello dei genitori - aggiunge - è un comportamento molto qualificato e rappresenta l'esercizio di un diritto e di un dovere tutelato dalla Costituzione. Per un errore - conclude il legale - non si può pregiudicare il diritto all'educazione. Non si tratta di illeciti. Vediamo se la Procura aprirà un fascicolo".

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