Emilia Romagna

Omicidio al bar nel Reggiano, il responsabile si consegna

I carabinieri avrebbero già fermato il presunto aggressore

Redazione Ansa

E' entrato al bar e gli ha sparato a bruciapelo. Un omicidio con le caratteristiche di un'esecuzione e che ha come probabile movente una lite sui confini di terreni agricoli, anche se non si esclude una pista passionale. E' successo a Rondinara di Scandiano, piccolo paese sulle colline della provincia di Reggio Emilia e il responsabile è stato arrestato.

Erano le 10.30 circa quando Gianpietro Guidotti, 58 anni, contadino e proprietario di un'azienda agricola, si è presentato al Blue Bar. Si è diretto verso la veranda del locale e ha esploso un colpo di pistola - una revolver 38 Special risultata poi regolarmente detenuta - al volto e ha ucciso Giorgio Campani, 61 anni, operaio comunale in pensione. Poi ha scaricato i proiettili, è uscito e si è infilato in auto dove ha atteso con freddezza e tranquillità l'arrivo dei carabinieri, ai quali si è consegnato senza opporre resistenza. L'uomo è stato arrestato con l'accusa di omicidio volontario ed è stato a lungo interrogato dal magistrato, il sostituto procuratore Giacomo Forte. Per lui potrebbe anche configurarsi la premeditazione. Il killer infatti tornava dall'ospedale di Scandiano dove era andato a trovare il padre malato. E poi, con l'arma già in macchina, si sarebbe precipitato direttamente al bar dove sapeva di trovare Campani.

I due si conoscevano fin dai tempi delle scuole ed erano stati amici, oltre che quasi vicini di casa. Le loro abitazioni distano un paio di chilometri l'una dall'altra, nella frazione di Visignolo, nel Comune di Baiso. Ma i loro rapporti si sono deteriorati col tempo fino a diventare burrascosi. Tant'è che tra i due c'erano vecchie ruggini legate a questioni in sospeso riguardanti i loro terreni e i diritti di passaggio nelle rispettive proprietà. E proprio questo, secondo gli inquirenti, potrebbe essere il movente più accreditato. Anche se nelle ultime ore si sta profilando un'altra ipotesi investigativa, cioè quello della gelosia dettata da una donna contesa e provocazioni reciproche.

Il fatto ha scosso l'intera comunità che vive in un territorio solitamente tranquillo, tra collina e primo Appennino. "Siamo sotto choc. Erano due persone tranquille che in bar non avevano mai litigato furiosamente. Mai avremmo pensato che si potesse arrivare a tanto", hanno detto alcuni testimoni e assidui frequentatori del bar.

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