Emilia Romagna

Commozione per saluto Mariotti a Bologna

Concerto ha chiuso la sua collaborazione col Teatro Comunale

Michele Mariotti nell'ultimo concerto al Teatro Comunale di Bologna (Foto di Rocco Casaluci 2018)

Redazione Ansa

Con la Sinfonia N. 3 di Brahms e la N.9 di Dvoák, due tra i più grandi capolavori dell'800, Michele Mariotti ha salutato ieri sera all'Auditorium Manzoni il suo pubblico bolognese del Teatro Comunale. Per il direttore pesarese si è trattato dell'ultimo concerto 'casalingo' come direttore musicale, un ruolo assunto quattro anni fa che gli ha permesso di intensificare un rapporto artistico che già nei sei anni precedenti, quando era solo direttore principale, era stato di perfetta simbiosi con i professori dell'orchestra. Una serata ricca di emozioni rotta dalla commozione solo al termine, dopo le ultime note della Sinfonia "Dal nuovo mondo", quando il Maestro si è lasciato andare a un pianto liberatorio: "Ho deciso di parlare adesso - ha detto con la voce spezzata - perché se lo avessi fatto prima forse non sarei stato in grado di dirigere. Quelli passati a Bologna sono stati anni bellissimi, lascio la mia casa".

"Ringrazio di cuore l'orchestra - ha proseguito Mariotti commosso - e tutto il Teatro Comunale di Bologna che per me è stato indispensabile sia a livello umano che artistico. Con grande orgoglio sono stato parte di questo teatro. Volevo salutare anche voi perché per noi il pubblico è sempre importantissimo, il vostro affetto e la vostra partecipazione l'abbiamo sentita sempre, personalmente mi sono sentito amato da voi e io stesso vi ho amato tanto. Ora vi lascio con un desiderio, non abbandonate mai questo teatro". Arrivato poco più che ragazzino nel 2007 sul podio de L'italiana in Algeri di Rossini, alla sua prima conferenza stampa non venne quasi notato poiché oscurato da quel gigante che era il Premio Nobel Dario Fo, regista di quell'opera. Da quell'esperienza Michele Mariotti ha avuto una crescita artistica vertiginosa: con la sua orchestra, oltre alle centinaia di serate bolognesi, ha suonato in altre città italiane, al Rossini Opera Festival di Pesaro ma anche a Torino, e in alcune capitali internazionali come Tokyo, Mosca e Parigi portandovi sia concerti che opere.

Nelle sue dodici stagioni al Comunale, Mariotti è passato attraverso quattro sovrintendenze e nel triennio 2008/2010, quello delle grandi battaglie tra lavoratori e direzione del Teatro che portarono alla condanna per "comportamento antisindacale" dell'allora sindaco della città e presidente della Fondazione Sergio Cofferati, il giovane direttore è stato l'unico riferimento certo, anche se proprio alcune sue produzioni vennero colpite dagli scioperi. Oggi, a 39 anni, grazie alle tante produzioni bolognesi, la maggior parte delle quali rappresentavano per lui un debutto, Mariotti è diventato uno dei direttori più apprezzati e richiesti dai maggiori teatri internazionali: Metropolitan, Scala, Covent Garden e Opera de Paris. Forse anche per questo ieri sera nell'Auditorium Manzoni, pur tra tanti occhi lucidi, il pubblico gli ha tributato oltre un quarto d'ora di applausi e ovazioni. Alla fine tutti in piedi per l'amato Maestro.

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