Emilia Romagna

Frodi fiscali, 27 indagati e sequestro di ristorante cinese

Indagine Gdf, arrestata una donna. Coinvolti commercialisti

Foto d'archivio

Redazione Ansa

Un meccanismo sistematico e definito dagli inquirenti "perverso" di evasione milionaria, con una galassia di imprese commerciali gestite da cinesi. Un'organizzazione che, a partire dal tessile, ha provato a espandersi anche in altri settori in provincia di Bologna e oltre. Attività aperte e improvvisamente chiuse con l'obiettivo di frodare il fisco, grazie anche alla collaborazione di alcuni commercialisti italiani compiacenti. Lo ha scoperto la Guardia di Finanza di Bologna che ha arrestato una donna, considerata la 'regista' del gruppo, eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip Rossella Materia, mentre il marito, destinatario della stessa misura, risulta irreperibile. Interdetti per un anno dalla possibilità di esercitare attività imprenditoriali altri sei connazionali e per nove mesi tre professionisti di uno studio contabile della provincia. Le Fiamme Gialle hanno anche sequestrato beni per oltre cinque milioni, tra cui un ristorante asiatico della periferia.

Nell'inchiesta della Procura sono 27 gli indagati, 21 cinesi e sei italiani: a dieci è contestata l'associazione a delinquere, i cui promotori sono identificati nella coppia, una donna di 49 anni, difesa dagli avvocati Matteo Murgo e Claudio Benenati e un uomo di 48, coinvolti insieme a loro familiari. A vario titolo sono contestati una serie di reati come la dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione, emissione di fatture per operazioni inesistenti, omesso versamento di Iva, sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte, trasferimento fraudolento e possesso ingiustificato di valori, ma anche riciclaggio e autoriciclaggio.

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