Emilia Romagna

Saluto romano a Marzabotto, nessun reato

Per la Procura non c'è stato pericolo per l'ordine democratico

Redazione Ansa

Non c'è reato nel comportamento del calciatore dilettante Eugenio Maria Luppi, che esultò con un saluto romano e mostrando una maglietta della Repubblica Sociale nel campo di Marzabotto, paese dell'eccidio nazifascista. Per la Procura di Bologna, che ha chiesto l'archiviazione poi disposta dal Gip, "nessun pericolo all'ordinamento democratico può essersi riscontrato". Luppi era indagato per apologia di fascismo.
    Nella richiesta del pm si dice che quello di Luppi, difeso dall'avvocato Alessandro Veronesi, è stato "un gesto isolato, di un giovane che non pare nemmeno avere avuto piena contezza del grave significato della simbologia esposta e che, lungi dal voler diffondere o rafforzare l'ideologia del disciolto partito fascista a danno dei valori democratici e costituzionali, si è poi scusato cercando, invece, l'incontro" con Franco Leoni Leutizi, "sopravvissuto alla strage di Marzabotto, che gli ha offerto la sua testimonianza a spiegazione della gravità del gesto mostrato".

IL COMUNE - "Forse non c'è stato un pericolo fisico, ma c'è un pericolo culturale: che si diffonda questa cultura che ha portato l'Italia e non solo al disastro. Spero che questo non avvenga", ha commentato il sindaco di Marzabotto Romano Franchi. 

"La notizia dell'avvenuta archiviazione stupisce. Stupisce ancor di più la mancata notifica della richiesta di archiviazione. Attueremo, una volta letta la richiesta, la procedura di reclamo al tribunale di Bologna per essere riammessi nel termine per fare opposizione", dice in una dichiarazione l'avvocato Andrea Speranzoni, difensore del Comune. "Creare un contraddittorio su una vicenda così rilevante riteniamo sia importante per far sentire la voce degli enti pubblici territoriali, che del resto sono un'articolazione dello Stato stesso", prosegue l'avvocato.

   

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