Emilia Romagna

Vasco, giudice 'Salvati non credibile'

Motivi condanna ex manager, 'inverosimile patto oneroso'

Redazione Ansa

(ANSA) - BOLOGNA, 23 GIU - "E' del tutto inverosimile che Vasco Rossi, già determinatosi nel mese di marzo 2013 a risolvere anticipatamente il contratto di prestazione di attività manageriale che lo legava a Stefano Salvati", ad aprile "abbia deciso di garantire allo stesso Salvati un corrispettivo assai significativo", 200mila euro all'anno per 30 anni, "in cambio di un impegno alla riservatezza che tutti gli altri collaboratori avevano già sottoscritto a titolo gratuito". E' un passaggio della sentenza con cui il giudice di Bologna Valentina Tecilla ha condannato a due anni il regista per calunnia nei confronti del rocker di Zocca. Nella sentenza si definisce "predisposta a tavolino" la versione di Salvati. Prove testimoniali, documentali e logiche danno infatti la "certezza" dell'autenticità del patto gratuito tra i due e della falsificazione nel contenuto di quello oneroso, rivendicato da Salvati. Per l'avvocato Guido Magnisi, difensore di Vasco, è una sentenza "lapidaria, di rara efficace chiarezza".
  DIFESA SALVATI -GIUDICE HA TRAVISATO -  "Il giudice ha completamente travisato sia le prove documentali che quelle testimoniali. Si dilunga tutto sulla prova logica senza affrontare il problema logico del perché mai Salvati, che secondo la sentenza aveva un patto firmato da Vasco Rossi e poteva sostituire le prime due pagine, ne va a cercare un altro, sostituisce le prime due pagine, e fa firmare a Vasco Rossi. Quale logica ci stava dietro?". E' il commento dell'avvocato Raffaele Miraglia, difensore di Stefano Salvati alle motivazioni della sentenza di condanna per il suo assistito.

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