Emilia Romagna

Dal Danubio a Ravenna, ecco l'operetta

La trilogia del Festival dedicata ai capolavori ungheresi

Redazione Ansa

(ANSA) - BOLOGNA, 10 OTT - Lungo il Danubio esiste un ponte immaginario tra opera e musical che continua a fiorire. E' l'operetta, cresciuta negli anni del tramonto dell'Impero Austroungarico, oggi più che mai vitale nella mitteleuropa: nei palcoscenici d'Ungheria lo scorso anno sono state 300 mila le persone richiamate da questo teatro musicale che intreccia danza e recitazione, lirica e orchestra. Un patrimonio nazionale, con Budapest che insieme a Vienna è stata la culla di una tradizione. Ravenna per qualche giorno ne sarà capitale. All'operetta danubiana è infatti dedicata la Trilogia d'autunno 2016 del Ravenna Festival, con la proposta, dal 14 al 23 ottobre, di tre capolavori prodotti dai principali teatri ungheresi: il Teatro dell'Operetta di Budapest, il Teatro Csokonai di Debrecen e il Teatro di Szeged. All'Alighieri sono in programma 'La Contessa Maritza' di Emmerich Kalman (14 e 18 ottobre) 'Il Pipistrello' di Johann Strauss, (15, 19 e 21 ottobre) e 'La Vedova Allegra' di Franz Lehar (16, 17 e 20 ottobre). Accanto a tre cast che riuniscono le migliori voci della scena ungherese, a Ravenna arrivano l'orchestra filarmonica Kodaly, il coro del teatro Csokonai e il corpo di ballo del teatro dell'operetta di Budapest, quest'ultimo una piccola e florida 'industria' dello spettacolo con sede nella 'Broadway', la via dei teatri della capitale. Il teatro impiega 500 persone impiegate e sforna 300 giornate di show durante l'anno, operette, ma anche musical, con una media di 95% dei biglietti andati venduti. La trilogia è organizzata in collaborazione con Operettissima, che promuove la cultura dell'operetta ungherese in tutto il mondo, oltre a mantenerla viva in patria e a rinnovarla, fedele a se stessa ma anche appetibile per le nuove generazioni. La strategia è stata spiegata dal direttore del teatro dell'operetta di Budapest, György Lörinczy e dal direttore di Operettissima Dániel Vadász, a un gruppo di giornalisti italiani in Ungheria per un'anteprima del trittico d'autunno. Da anni si lavora sui punti di contatto con il musical, senza abbassare la mira, ma chiamando attori conosciuti, star anche televisive in Ungheria, a cimentarsi ad esempio con arie e valzer di Strauss. "L'Operetta fonde tutte le tradizioni più importanti del nostro Paese", ha detto Szabolcs Komolay, vicesindaco con delega alla Cultura di Debrecen, seconda città dell'Ungheria che punta ad essere capitale europea della cultura nel 2023. Musica, orgoglio di una nazione, dunque, che sbarca a Ravenna con 200 persone e un programma di spettacoli all'Alighieri, ma anche di esibizioni negli angoli del centro della città romagnola, e di incontri tra la cultura danubiana e quella locale in piazze e ristoranti. A conclusione del viaggio, il 23 ottobre sarà il concerto della Budapest Gypsy Symphony Orchestra a gettare un altro ponte al ritmo di valzer e czarda tra le rive del Danubio e il delta del Po, tra due Paesi che condividono non più solo i colori della bandiera.
   

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