Emilia Romagna

Esecuzione in strada nel Riminese, arrestati i killer

Delitto a Rivabella, squadra mobile ferma sospettati a Milano

Redazione Ansa

Un'onta familiare lavata col sangue la morte di Petrit Nikolli, 40enne elettricista d'origine albanese, residente a Rimini, freddato ieri sera intorno alle 23 con un colpo di pistola, piccolo calibro, a Rivabella, davanti ad un noto ristorante del lungomare Toscanelli. Una faida tra parenti risolta in poche ore: la polizia ha arrestato tre connazionali della vittima a Milano. Il proiettile ha perforato la scapola e si è conficcato probabilmente nel cuore dell'albanese, 'colpevole' solo di aver aiutato la nipote ad uscire da un incubo di matrimonio. Quella ragazza, 20 anni appena, andata in moglie un anno fa ad un connazionale di Durazzo, l'aveva vista nascere. Anche se figlia di un fratello, ne sentiva la responsabilità come se fosse sua, tanto che quando la 20enne ha chiamato il fratello maggiore e lo zio per chiedere aiuto e lasciare la Lombardia, il marito e il suocero che la trattavano come schiava, Petrit si è subito reso disponibile. Ieri pomeriggio insieme con l'altro nipote è arrivato a Gorgonzola, dove la nipote viveva col marito, l'ha caricata in auto e portata a Rimini, al sicuro e libera da maltrattamenti e vessazioni. Una volta rientrando a casa, il marito abbandonato, Edmond Preci, metalmeccanico albanese di 25 anni, ha capito l'affronto subito e ha fatto scattare il piano per la vendetta. Col padre, Lek 48 anni e il fratello maggiore Altin, Edmond si è fatto prestare un'auto, una Croma grigia e alle 23 i tre albanesi erano già davanti al ristorante del lungomare Toscanelli per farsi giustizia. Quando sul posto è arrivato anche Petrit la discussione inevitabile è finita con l'uccisione del 40enne, colpito alle spalle da un proiettile esploso dalla pistola impugnata da Lek. Nella tradizione del 'kanun' è l'uomo più anziano, questa volta il suocero, a risolvere le questioni. Poi i tre sono ripartiti per Milano, mentre sul lungomare Toscanelli arrivavano a sirene spiegate ambulanza e volanti della polizia. Nulla hanno potuto fare i paramedici per Petrit che è stato portato all'obitorio. L'elettricista lascia moglie, tre figli piccoli e un quarto in arrivo. Le indagini della squadra mobile della questura di Rimini sono state velocissime sia nell'identificare i testimoni, che hanno fornito anche un parziale numero di targa, che nel risalire in poche ore all'identità del killer. Dopo aver allertato il porto di Ancona per eventuali imbarchi per l'Albania e l'A14 per le uscite verso nord, intorno alle 4.30 gli uomini della squadra mobile di Milano su richiesta dei colleghi riminesi hanno fatto irruzione nella palazzina di Gorgonzola e hanno arrestato i tre uomini. Al magistrato che li ha interrogati hanno subito confessato e Lek si è detto autore materiale dell'omicidio.

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