Emilia Romagna

Marco Biagi: nuovo fascicolo sulla mancata scorta

A dodici anni dall'omicidio. La famiglia, pronti a dare contributo

La bicicletta del prof.Biagi

Redazione Ansa

Si riaprono le indagini sulla mancata scorta a Marco Biagi. A dodici anni dall'omicidio del giuslavorista da parte delle Brigate Rosse, la Procura bolognese ha riaperto un fascicolo sui fatti che portarono alla revoca della scorta del professore. Lo rivela il Corriere di Bologna e la notizia trova conferma in ambienti investigativi.
   
A chiedere la riapertura delle indagini - il fascicolo è conoscitivo, senza indagati né ipotesi di reato - è il pm Antonello Gustapane.

Gustapane è lo stesso magistrato che nel 2003 chiese l'archiviazione dall'accusa di cooperazione colposa in omicidio per gli accusati: l'allora direttore dell' Ucigos, Carlo De Stefano, il suo vice Stefano Berrettoni, il questore Romano Argenio e il prefetto Sergio Iovino.

A motivare la riapertura delle indagini, per il quotidiano, alcuni documenti sequestrati dalla Procura di Roma in un'altra indagine e di recente trasmessi a Bologna.

Le carte sarebbero state in possesso di Luciano Zocchi, ex segretario di Claudio Scajola. Proprio Scajola, ministro dell'Interno all'epoca dell' assassinio del giuslavorista, fu costretto alle dimissioni pochi giorni dopo un'esternazione fatta il 29 giugno 2002 durante una visita istituzionale a Cipro e riportata da Corriere della Sera e Sole 24 Ore: "Biagi era un rompicoglioni che voleva il rinnovo del contratto di consulenza". 

"E' prematuro per noi fare qualsiasi valutazione non avendo nessun elemento di conoscenza. Ovviamente c'è la disponibilità della famiglia, se convocata, a dare un suo eventuale contributo", ha detto l'avv.Guido Magnisi, legale della famiglia Biagi. "Null'altro da aggiungere".

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