Regioni

Nardi e il mistero della Madonna con bambino di Bellini

Romanzo, saggio, racconto che apre la collana Cornici

Redazione Ansa

(di Elisabetta Stefanelli) (ANSA) - ROMA, 11 MAR - ROBERTO NARDI, 'PERCHE' IO? Il mistero del furto della Madonna con Bambino di Bellini a Venezia' (MAZZANTI LIBRI, META LIBER. Collana Cornici) Era una notte buia e tempestosa, una notte di pioggia, con l'acqua alta che minacciava Venezia e la chiesa della Madonna dell'Orto, gioiello del Trecento, era circondata dalle impalcature. La mattina del primo marzo 1993 la città si svegliò "monca di uno dei suoi beni più preziosi", ovvero quel meraviglioso quadro che Giovanni Bellini aveva dipinto tra il 1470 e il 1480: i ladri si erano arrampicati sulle impalcature, erano entrati da una finestrella e indisturbati dai due allarmi che non erano funzionanti, erano usciti dal portone d'ingresso portandosi via arrotolata la piccola meravigliosa tela di 75X50 cm, la Madonna con bambino. Ad oggi quel quadro non si è ancora ritrovato, come racconta Roberto Nardi in 'Perché io?', il libro un po' romanzo, un po' saggio, tra cronaca e storia dell'arte che inaugura la collana Cornici che sarà curata dallo stesso Nardi.
    "E' un libro che nasce dalla curiosità del cronista e dalla passione per l'arte. Dal desiderio - spiega l'autore - di riaccendere i fari su un episodio dimenticato dai più. Ho tentato di ricostruire la notte del furto del dipinto. Di considerare le possibili ragioni della sparizione. Sollevare domande sul possibile destino dell'opera, anche quella nefasta di una sua perdita. Alla fine, è emersa una intima convinzione che lascia spazio alla speranza di un recupero del dipinto".
    Con il piglio del cronista l'autore apre il racconto con le parole, lo sconcerto, di padre Agostino Cornale, da sei mesi parroco della chiesa della Madonna dell'Orto, che quella mattina giustamente non si dava pace: "Ci arrangiamo di giorno, ma di notte non è possibile fare altro che chiudere la porta a chiave". Quella porta da cui i ladri erano usciti per poi probabilmente scomparire a bordo di un motoscafo che li aspettava. Un caso anomalo: "Tutte le opere importanti erano state ritrovate in tempi brevi, il nostro dipinto no. Non va mai dimenticato. A supporto di questa lettura le indagini hanno dato peso all'ipotesi di un committente. Lo hanno cercato, guardando all'estero, al pari degli autori del furto e al quadro". Ma mai nulla. Però Nardi non crede nemmeno all'ipotesi della distruzione, del furto casuale, "non era opera da vendere sotto casa", questo è certo ma non si deve smettere di cercare.
    Il fascino accattivante di questo volume, che si legge come un giallo, è anche che dietro alle domande sulla scomparsa Nardi ricostruisce uno spaccato della città capace di guardare anche avanti e di porre questioni di rilievo. Un quadro rubato, la sua storia, le vicende del suo autore e soprattutto della sua famiglia, perché della biografia di Giovanni Bellini - mistero nel mistero - si sa pochissimo. Ed anche temi importanti come la questione della scarsa sicurezza delle chiese e della conservazione in sicurezza delle opere che ospitano, e persino, argomenta Nardi, gli itinerari alternativi che potrebbero cambiare il volto congestionato del turismo della città lagunare. (ANSA).
   

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