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Fabrizio Russo, gallerie schiacciate tra fiere e case d'asta

A Roma i 125 anni di attività della dinastia di mercanti d'arte

Redazione Ansa

ROMA - ''La velocità impressa negli ultimi venti anni da digitale, web e posta elettronica ha generato due realtà importantissime nel mondo del mercato dell' arte italiano e internazionale, le Fiere e le Case d'Asta che hanno però schiacciato inesorabilmente l'identità della galleria d' arte.
    Oggi la galleria d' arte è meno cool''. Fabrizio Russo ha festeggiato i 125 anni di attività della galleria romana di via d'Alibert che dirige dal 1994 e che rappresenta il marchio di una tra le più antiche dinastie italiane di mercanti del bello ma non ha voluto perdere l'occasione per far riflettere.
    ''Non parlo della mia galleria che per fortuna va benissimo - ha detto ad un pubblico di amici, storici dell' arte, collezionisti, esponenti del mondo della politica, della cultura e dello spettacolo riuniti in un locale nel centro di Roma - ma c' è tutto un mercato di gallerie d' arte che oggi è in sofferenza. Nella Galleria alla base del rapporto non c' è la velocità, c' è la conoscenza, lo scambio tra l' acquirente e il mercante, un scambio di energie che ha creato questo nostro Paese e che dal Rinascimento ancora oggi ci fa andare avanti''.
    E' un patrimonio anche di educazione all' acquisto che bisogna difendere, ha aggiunto osservando che senza le gallerie non ci sarebbe più ricerca nè per i contemporanei nè per il Novecento. ''Chi riprenderebbe un artista ricostruendone l' esistenza e la produzione, realizzando un catalogo scientifico, documentando il corpus delle opere? Certamente non sarebbe possibile in una Fiera, tantomeno in una Casa d' Aste. Se le gallerie non ci fossero più, gli stessi artisti contemporanei non avrebbero nessuno a cui mostrare le loro opere''. Tra gli gli ospiti della serata c' era anche Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura della Camera.
    ''Noi - ha detto - abbiamo il compito di sostenere e finanziare il circuito dell' arte pubblica che svolge una funzione primaria ma se non ci fosse il circuito privato dei collezionisti, dei promotori d' arte e dei galleristi probabilmente molti di quei grandi artisti esposti nei nostri musei non sarebbero stati scoperti. Io credo che una giusta sintesi tra il modello sussidiario e quello pubblico sia la vera cifra per ridare speranza, futuro e dinamicità all' arte italiana''.
    Il traguardo dei 125 anni di storia della Galleria Russo, scandita da una lunga serie di mostre dedicate ai maestri del Novecento, in particolare ai futuristi, e ad artisti oggi sulla scena, è stato celebrato anche con la realizzazione di un documentario e la pubblicazione del volume ''La chiusura del cerchio'' che ha richiesto sette anni di ricerche d'archivio in tutta Italia. (ANSA).
   

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