Regioni

Kazuko Miyamoto al Madre, dal Giappone a New York

Prima mostra della direttrice Eva Fabbris, 6 luglio-9 ottobre

Kazuko Miyamoto al Madre, dal Giappone a New York

Redazione Ansa

NAPOLI - Sarà dedicata a Kazuko Miyamoto (Tokyo1942), la prima mostra firmata dalla neo Direttrice del museo Madre Eva Fabbris con la quale si apre la nuova programmazione triennale della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee presieduta da Angela Tecce (6 luglio - 9 ottobre). Sarà anche la prima ricognizione storiografica, dai '70 ai primi del 2000, dedicata a Miyamoto da un'istituzione pubblica europea. "Partendo da un confronto con le figure presenti nella collezione permanente, come Rebecca Horn, Jannis Kounellis e Giulio Paolini, l'idea di esporre Kazuko Miyamoto al Madre significa ampliare le prospettive storiografiche e socio-politiche con cui il museo racconta l'arte dell'immediato passato, che è una delle radici da cui parlare del presente e col presente - spiega Fabbris - Miyamoto è donna nata negli anni Quaranta che abbandona il natio Giappone per intraprendere una carriera artistica negli States, dove incontra i linguaggi Modernisti, li abbraccia e li trascende, mettendoli a confronto con la sua cultura originaria. É un'attivista femminista, che cura le prime mostre dedicate ad artiste provenienti da paesi non-occidentali; approccia il fare artistico senza mai puntare alla produzione dell'oggetto duraturo e collezionabile, privilegiando il valore del gesto e il rapporto tra corpo e architettura". Nel museo napoletano Miyamoto idealmente dialoga con la Collezione permanente del museo, in particolare - data l'amicale e linguistica contiguità tra i due artisti - con 10,000 Lines (2005) di Sol LeWitt. Ampio spazio è riservato alle String Constructions, la sua più celebre serie di sculture di spago. Le opere degli anni 80 sorgono dall''interazione con la street life di Downtown New York, dove l'artista vive e lavora fin dal suo arrivo negli Stati Uniti, e dove dialoga con artisti, poeti, musicisti: nei video e fotografie d'archivio, la memoria della danza e della tradizione giapponesi, alcuni kimono d'artista.
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it