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Natura e civiltà, Mitoraj tra le meraviglie della Sicilia

Tra Siracusa e l' Etna la più grande mostra di opere del maestro

Redazione Ansa

Natura e civiltà, la forza degli elementi primordiali e le tracce lasciate dall' uomo nella storia, la meraviglia dei luoghi esaltata dall' impronta di uno tra i grandi scultori contemporanei. Opere monumentali ispirate alla figura umana tramandata dai classici con il segno inequivocabile di un maestro di modernità che invita a vedere andando oltre l' atto del guardare, a riflettere sul destino umano intrecciato allo scorrere del tempo.
    Promette emozioni potenti la più grande mostra a cielo aperto mai realizzata per raccontare Igor Mitoraj che fino al 31 ottobre riunisce 27 suoi lavori imponenti in bronzo, ghisa, travertino e resina in tre luoghi magici siciliani, l' area archeologica di Siracusa, Ortigia e il parco dell' Etna. Le enormi figure intere, i busti e i volti in cui spesso gli occhi sono coperti da bende si stagliano tra i resti di archeologici di teatri e anfiteatri greci e romani e nel paesaggio lunare del grande vulcano dell'isola, in un susseguirsi di suggestioni.
    ''Mitoraj. Lo Sguardo - Humanitas - Physys'', aperta già dal 26 marzo, è curata da Luca Pizzi, direttore artistico dell' Atelier Mitoraj, che dello scultore polacco morto nel 2014 è stato stretto collaboratore per 23 anni, da Paolo Patanè, responsabile della produzione esecutiva, e Roberto Grossi, direttore culturale e creativo. Turisti e appassionati potranno ammirare 25 opere nel Parco archeologico di Neapolis a Siracusa mentre il bronzo "Teseo Screpolato" è a 1700 metri sulle pietre laviche dell'Etna e la scultura alata "Ikaria" guarda verso il Mediterraneo dallo spazio antistante il Castello Maniace ad Ortigia, simbolo dell'incontro tra i popoli e le culture.
    Non è stato facile e ha richiesto un lungo lavoro preliminare il trasporto e la collocazione delle opere grandiose come il "Dedalo", scultura bronzea posta accanto all'Orecchio di Dionisio, o il "Torso Croce" Arena Verona gigantesca opera in resina, che richiama al riscatto e al rinnovamento interiore nella Grotta del Salnitro. La mostra-evento sarà inaugurata ufficialmente il 16 aprile nell' area archeologica Neapolis da una performance teatrale e musicale con oltre 40 artisti, scritta e diretta da Gisella Calì con musiche inedite di Lello Analfino che metterà in risalto il viaggio spirituale, tra miti ed eroi, di Ikaro, Un Uomo moderno, verso il cambiamento e la Bellezza.
    ''Se Mitoraj vedesse questa mostra gli piacerebbe molto'' ha detto Jean Paul Sabatiè, presidente dell' Atelier, presentando oggi a Roma l' esposizione e ricordando che nella primavera del 2025 è prevista l'apertura del museo dedicato allo scultore a Pietrasanta, la città toscana dove l' artista si fermò a vivere e a lavorare dal 1983, affascinato dai marmi di Carrara.
    ''Questa mostra rappresenta un unicum per la collocazione site-specific delle opere. Le statue in questo connubio rivitalizzano i luoghi storici. Lo sguardo di Mitoraj è lo sguardo di tutti noi'' ha sottolineato Roberto Grossi. Questa mostra chiude un ciclo, ha osservato Paolo Patanè ricordando la prima mostra a Noto interrotta nel 2020 a causa del Covid e la seconda a Piazza Armerina organizzata dopo l' emergenza.
    ''Abbiamo costruito un viaggio dove anche gli sguardi delle statue si uniscono tra di loro - ha detto Luca Pizzi -. Un itinerario di sguardi che vuole segnare il passaggio dal guardare al vedere, un percorso di consapevolezza che si affida alla Natura, alla Bellezza e al Mistero. Lo sguardo è quello metafisico delle opere, accecate, bendate, senza occhi ma capaci di leggere, comprendere e accogliere anche i lontani e gli invisibili''. 
   

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