Regioni

Nel Palazzo Reale di Palermo l'ottagono che cambia con la luce

Un'installazione di Dionea Cicconi si trasforma al crepuscolo

Redazione Ansa

(ANSA) - PALERMO, 03 LUG - L'arte e la scienza come fonti di reciproca ispirazione in un dialogo atemporale simboleggiato dall'ottagono, ricorrente nella cultura federiciana e già presente in quella arabo-normanna.
    "150-93 VIII" è l'installazione site-specific di Edoardo Dionea Cicconi, al centro del Cortile Maqueda di Palazzo Reale a Palermo: segue la geometria radiale della pavimentazione. Un prisma ottagonale che manifesta due identità tra giorno e notte: al crepuscolo la metamorfosi. Nelle ore diurne, l'opera assorbe il sole creando un gioco di specchi. Col buio gli specchi si dissolvono nella trasparenza. Illuminandosi di notte, le grandi lastre ricreano l'effetto dell'aurora boreale.
    Edoardo Dionea Cicconi è il protagonista di "Pionieri della Cultura #2", i laboratori della Fondazione Federico II con studiosi e artisti, impegnati nella salvaguardia della cultura dal rischio estinzione. L'evento è in programma a Palazzo Reale domani, 4 luglio 2023: per l'occasione sarà svelata l'installazione che sarà fruibile fino al 20 agosto.
    L'artista romano recupera il legame tra arte e scienza.
    Cicconi, che ha esposto, tra gli altri, anche in Messico, negli Stati-Uniti, in Georgia, in Inghilterra, in Austria e in Lituania, mette in relazione la materia e la luce, proseguendo la sua ricerca tra arte, scienza e le tematiche legate allo "spazio" e al "tempo". Studia il rapporto tra materia e forma, una delle grandi ossessioni dell'arte del XX secolo. Nelle sue opere la materia è medium artistico, ma è anche un espediente creativo per indagare sull'essenza della materia in dialogo con le teorie della fisica. Ma c'è di più: le opere di Cicconi prendono in considerazione il rapporto di trasformazione della materia con la realtà circostante. "150-93 VIII" ne è un esempio: il nome stesso è un codice che richiama la distanza tra la Terra e il Sole: 150 milioni di chilometri e 93 milioni di miglia. Se questa distanza cambiasse di poco, farebbe saltare l'equilibrio probabilmente distruggendo la vita di tutto il pianeta Terra. Le lastre che compongono la scultura sono opache e specchianti durante il giorno, quasi simboleggiano degli scudi. Riflettono con i loro specchi tutto lo spazio circostante, dialogando con esso. Di notte, avviene la trasformazione così le lastre iniziano a dissolversi, fino a diventare trasparenti. Prima delimitavano lo spazio come scudi, ora acquistano un significato di apertura e diventano dimora dell'accoglienza. La scultura ingloba in sé un multiplo ottagonale, lo spazio viene costruito seguendo una sequenza geometrica precisa. Questo viene sviluppato successivamente attraverso la sezione aurea. (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it