Regioni

Costume e moda siciliani in mostra a Mirto

Tra abiti, cappelli, corpetti, pizzi, anche le foto di Minnella

Redazione Ansa

(ANSA) - PALERMO, 27 LUG - Oltre 1.500 manufatti tra abiti, cappelli, corpetti, pizzi e vari accessori ordinati cronologicamente. Sono il 'tesoro' del museo del costume e della moda siciliana di Mirto (Me) che si trova nel palazzo nobiliare del 1700 appartenuto all'illustre famiglia locale Cupani, ora di proprietà comunale. E' questa l'attrattiva più importante del piccolo paese, un migliaio di anime, arrampicato sui Nebrodi. Le collezioni, donate da privati, illustrano il modo di vestire dei siciliani nell'arco di circa tre secoli raccontando la storia del costume non solo come manufatto, ma soprattutto in chiave antropologica ed etnografica. Il Palazzo Cupane, oltre ad essere sede del museo, è anche luogo di mostre ed esposizioni.
    Tra queste, anche quella permanente del fotografo siciliano Melo Minnella, con immagini della Sicilia e del mondo, realizzate in oltre 50 anni di attività artistica. Una rassegna voluta dal comune di Mirto, in collaborazione con l'assessorato regionale ai beni culturali e dell'identità siciliana, in cui vengono riproposti alcuni dei più importanti scatti di Minnella, che ormai da diversi anni ha deciso di eleggere Mirto come uno dei suoi luoghi di residenza. La cittadina fa parte dei 9 paesi della Valle del Fitalia che ospitano diverse sculture dei Gagini e della loro scuola, con oltre 30 opere: il Ciborio di Antonello Gagini del 1530, nella Chiesa Madre Maria S.S. Assunta, descritto in un apposito pannello in italiano ed inglese. Altra opera la Madonna col Bambino di Giuseppe Gagini del 1578, nipote del più famoso Antonello. "Ma Mirto - spiega il sindaco Maurizio Zingales - è rinomata anche per le carni del suino nero dei Nebrodi che vengono magistralmente lavorate da aziende locali e per la riscoperta di una cultivar di oliva tipica "a Vaddarica" o come chiamata in passato in tutta la Sicilia "a scarsitta di Mirto", ideale come oliva da tavola. Fa parte delle cultivar della Igp Sicilia dell'olio extra vergine di Sicilia, ma che ha rischiato di scomparire se non si fosse sviluppata un'azione di salvaguardia come quella attuata dal comune insieme con le aziende locali. Abbiamo inserito la cultivar tra i prodotti di denominazione comunale (De.Co), strumento finalizzato a censire e valorizzare quei generi agro-alimentari legati alla storia, alle tradizioni e alla cultura del territorio comunale". Infine, da 5 anni il comune organizza un festival dedicato alle olive e all'olio delle cultivar dei Nebrodi e della Sicilia e l'appuntamento sarà il 2, 3 e 4 settembre prossimi. (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it