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Eleonora d'Aragona torna dopo 600 anni per promuovere borghi

A Contessa Entellina un murale che si ispira al busto di Laurana

Redazione Ansa

(ANSA) - PALERMO, 20 MAR - Un viso dolcissimo, enigmatico, quello della nobile signora di borghi e castelli che attraversò leggera la seconda metà del Trecento: alla contessa Eleonora d'Aragona, nipote del re di Sicilia Federico III, moglie di Guglielmo Peralta, signore di Sciacca, Francesco Laurana dedicò il busto oggi conservato a Palazzo Abatellis a Palermo, simile a un altro custodito al Louvre di cui esiste un prezioso calco ottocentesco al Museo archeologico Salinas, sempre a Palermo. La nobildonna visse, si sposò, governò e morì nel lembo di Sicilia tra Giuliana e Caltabellotta; della sua tomba si persero le tracce, ma il monumento funebre fu eretto nell'amato monastero di Santa Maria del Bosco, a pochi chilometri da Contessa Entellina, borgo di 1600 abitanti a 80 km da Palermo. Proprio questo Comune ha deciso di renderle omaggio, commissionando all'urban artist Igor Scalisi Palminteri un grande murale che si ispira al busto del Laurana, ed è parte di un progetto del Comune, "Mecenati di noi stessi. Il progetto proseguirà con altre realizzazioni artistiche riconducibili ad altri periodi storici, come quello dell'insediamento albanese (la colonia fu la prima in Italia, nata nel 1450), che ha connotato profondamente l'identità culturale dei contessioti: l'antica lingua albanese viene ancora parlata e il rito che si officia è quello greco-bizantino. Ma Contessa Entellina fu protagonista di un'altra storia, dominata da Eleonora d'Aragona (1346-1405), una delle donne più potenti dell'isola. Morì a quasi sessanta anni, età avanzata per l'epoca e mezzo secolo dopo la sua morte, Francesco Laurana scolpì un busto per il suo monumento funebre nella silenziosa e austera abbazia di Santa Maria del Bosco.
    "Non sono solito, per scelta, dipingere regnanti o potenti; preferisco santi protettori, artigiani, povera gente - spiega Igor Scalisi Palminteri che sta completando il murale -; ma in questo caso mi ha convinto la figura di Eleonora, signora amata dal popolo. E, soprattutto, il confronto con una scultura: la tridimensionalità mi ha sempre affascinato, la vera sfida è trovare un modo per riprodurne la profondità. Non sto interpretando, le linee sinuose e ieratiche già bastano: è come se stessi facendo la cover di una canzone".
    Contessa Entellina ha stretto una sinergia con Le Vie dei Tesori, la Fondazione che da quindici anni scopre, mette in rete, apre al pubblico e racconta il patrimonio dell'Isola.
    Proprio nelle scorse settimane è stato lanciato un network di 42 borghi siciliani che - sotto l'egida delle Vie dei Tesori - hanno deciso di fare "sistema": al primo network fondatore, si sono aggiunti altri 15 borghi tra cui quello di Contessa Entellina. Su questa direttrice si installa il progetto del Comune, "Mecenati di noi stessi" che comprende - oltre ai due murales di Igor Scalisi Palminteri - anche una scultura dell'eroe albanese Skanderberg, affidata allo scultore palermitano, di stanza a Londra, Vincenzo Muratore; la realizzazione di 28 elementi decorativi dell'artista Carmelo Giallo; infine un percorso tra le icone bizantine realizzate da Vincenzo Bruno, uno degli ultimi artigiani che lavora con la tecnica della tempera all'uovo su legno.
    "Vorremmo far sì che il visitatore scegliesse di venire a Contessa Entellina, finora lontana da ogni circuito turistico - dice il sindaco Leonardo Spera, che ha presentato il progetto -.
    La figura di Eleonora d'Aragona è solo il primo spunto per partire alla scoperta di un territorio che nasconde molto altro". "Tutti itinerari - aggiunge Laura Anello, presidente delle Vie dei Tesori - che contribuiremo a costruire e a valorizzare tutto l'anno". (ANSA).
   

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