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Campagna di scavi svela i segreti dei campi di prigionia all'Asinara

Nell'isola parco reclusi 24mila soldati della grande guerra

Redazione Ansa

SASSARI - Alla fine del 1915, con l'infuriare della prima guerra mondiale, l'isola dell'Asinara fu scelta per ospitare 24mila prigionieri austro-ungarici catturati e radunati in Serbia e a questo scopo furono allestiti cinque campi. Campi che sono stati svelati nella loro collocazione e organizzazione grazie a una campagna di ricerca appena conclusa, la prima del genere in Italia, coordinata dal dipartimento di Storia, Scienze dell'uomo e della formazione dell'Università di Sassari, in collaborazione con il Parco nazionale dell'Asinara e il Comune di Porto Torres.
    I prigionieri austro-ungarici erano in gran parte ammalati di tifo, dovevano quindi essere isolati in una zona sicura, in modo che non potessero scatenare un'epidemia. L'Asinara fu appunto scelta come luogo ideale e qui furono allestiti cinque campi di prigionia. Le indagini archeologiche dirette da Marco Milanese, ordinario di archeologia nel dipartimento di Storia dell'ateneo sassarese, hanno consentito di svelare i primi segreti di quei campi. La ricerca, condotta anche con droni per i rilevamenti aerofotogrammetrici e con missioni subacquee, si è concentrata in particolare nella zona di Stretti, dove era stato allestito il campo profughi per ufficiali medici.
    Qui sono state rilevate una cinquantina di basi in pietra per altrettante tende che ospitavano quattro prigionieri ciascuna.
    Sono stati mappati anche i cimiteri di ciascun campo, da dove i resti umani erano già stati traslati in passato nell'ossario dell'Asinara. Dalle ricerche subacquee sono stati invece individuati i moli utilizzati per l'approdo delle barche che portavano i rifornimenti ai campi.
    Pur senza effettuare degli scavi veri e propri, è stato possibile ritrovare oggetti della vita quotidiana dei prigionieri, come gavette e bottoni delle divise militari. Ora l'obiettivo degli studiosi è ottenere le autorizzazioni ministeriali e i finanziamenti necessari per effettuare veri e propri scavi nelle aree dei campi.
    Il resoconto dei ritrovamenti e degli studi portati avanti dal 2018 a oggi sarà illustrato il 21 luglio nella sede del Parco dell'Asinara, a Porto Torres. 
   

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