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Al Museo della Scienza di Milano riapre la Sala del Cenacolo

Dopo i restauri. Il direttore: "Restituite storia e bellezza"

Redazione Ansa

La Sala del Cenacolo del Museo Scienza e Tecnologia di Milano riaprirà al pubblico domani. Dopo un importante lavoro di restauro che ha riportato al suo splendore una delle poche testimonianze di Barocchetto Lombardo rimaste in città, l'antico refettorio del complesso monumentale del monastero Olivetano di San Vittore del XVI secolo potrà finalmente tornare a ospitare eventi, serate e convegni. Tra le quadrature architettoniche, i monocromi e le figure di Giuseppe Antonio Castelli, detto il Castellino, e di Pietro Giraldi, la ricca decorazione di stucchi e affreschi della sala sarà nuovamente fruibile, grazie all'intervento di consolidamento, pulitura e integrazione pittorica che ha riportato alla luce i colori e le durature alternati dal tempo. Un "processo rapidissimo", come ha spiegato oggi il direttore del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia, Fiorenzo Mauro Galli, "perché dai primi studi alla presentazione è passato un anno. Questo è un po' il segno del nostro modo di lavorare - ha aggiunto -, ci muoviamo con rapidità e per fortuna incontriamo anche chi ci aiuta a fare il meglio del possibile, sia dal punto di vista tecnico sia economico-finanziario. Ringrazio per aver reso possibile questo progetto il generoso contributo di Fimesa e della famiglia Sordi, in memoria di Roberto e Silvio Preti". Il restauro della sala "è particolarmente significativo nel percorso di cura del patrimonio architettonico del Museo che abbiamo intrapreso nel corso degli anni. Restituisce la storia e la bellezza di questa sala importante, che ha ospitato convegni, conferenze, concerti come parte integrante della nostra attività culturale", ha concluso Galli. Il lavoro, inoltre, è stato anche l'occasione per mettere a frutto e integrare i dati della campagna di indagini diagnostiche precedente promossa dalla Soprintendenza, così da trarre nuove informazioni attorno ai processi di degrado e ai materiali costitutivi originari, e per analizzare storicamente, per la prima volta, gli esiti dell'intervento intrapreso nel 1952, quando il complesso monumentale fu riadattato per ospitare il Museo. "Il restauro è uno dei momenti più significativi per la conoscenza dell'opera d'arte", osserva la restauratrice Vanda Franceschetti. "La decorazione della sala si è rivelata, dopo le necessarie operazioni di pulitura, stuccatura e riequilibratura cromatica, in tutta la sua qualità luministica e materica. La pittura barocca, appesantita dalle numerose patinature subite nel corso dei vecchi autorevoli restauri, ha recuperato i suoi valori cromatici e le sue raffinate caratteristiche decorative fatte di eleganti dorature a missione, ombre profonde e vellutate, rilievi materici che sfondano la bidimensionalità del contesto pittorico. Il grande affresco di Pietro Gilardi domina la sala con i suoi drammatici controluce come la quinta scenica di una rappresentazione teatrale".

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