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Mondo fluttuante, Hokusai, Hiroshige

A Milano dal 22/9 oltre 200 capolavori dei maestri giapponesi

Redazione Ansa

MILANO - Le straordinarie vedute del Monte Fuji e la celeberrima onda di Hokusai, i paesaggi densi di suggestione di Hiroshige, le bellezze femminili dalla grazia impalpabile e raffinata di Utamaro: i maestri del Mondo fluttuante (Ukiyoe) saranno in mostra dal 22 settembre al 29 gennaio a Milano, negli spazi di Palazzo Reale. Esposte oltre 200 opere realizzate tra XVIII e XIX secolo da quelli che sono stati i protagonisti assoluti di un genere pittorico e illustrativo di grande fortuna, fiorito in epoca Edo durante un periodo di pace di circa 250 anni.
    Con il titolo 'Hokusai, Hiroshige, Utamaro', l'importante rassegna è un progetto espositivo ideato e organizzato dal Comune di Milano insieme a MondoMostre Skira in occasione del 150/o anniversario dalla stipula del primo Trattato di Amicizia e Commercio tra Italia e Giappone e presenterà una significativa selezione di silografie policrome e libri illustrati provenienti dalla collezione dell'Honolulu Museum of Art. A curarla, Rossella Menegazzo, docente di Storia dell'Arte dell'Asia Orientale dell'Università degli Studi di Milano, che ha messo a punto un percorso capace di far rivivere le atmosfere e le tensioni culturali dell'Ukiyoe, una visione del mondo che nel Giappone del '700 all'etica del samurai voleva contrapporre il godimento di ogni singolo momento, il piacere e il divertimento in ogni sua forma.
    Ma le opere di Katsushika Hokusai (1760-1849), Utagawa Hiroshige (1797-1858) e Kitagawa Utamaro (1753-1806), ancora oggi punti di riferimento indiscussi di quel movimento artistico, non metteranno in luce solo le peculiarità tecniche, l'abilità e l'eccentricità delle loro singole produzioni, bensì consentiranno di approfondire il mercato dell'immagine dell'epoca, sviluppatosi intorno a soggetti precisi, luoghi e volti noti al pubblico, temi e personaggi alla moda. Una domanda crescente che generava forti rivalità, sia tra gli stessi artisti sia tra gli editori che si contendevano i migliori pittori, incisori e stampatori per dar vita a serie di stampe sempre diverse, verticali, orizzontali, in forma di ventaglio o di libro per rispondere a ogni desiderio.
    Il percorso, articolato in cinque sezioni, esaminerà dunque anche questo aspetto commerciale, che inesorabilmente incideva sulla produzione artistica dei tre maestri, costretti dagli editori a cimentarsi sui medesimi soggetti, spesso inventando espedienti e districandosi tra formati e inquadrature. Ecco dunque, come si vedrà in mostra, che alle 'Trentasei vedute del Fuji' di Hokusai (1830-32 circa), fecero seguito a distanza di quasi vent'anni, anche 'Trentasei vedute del Fuji' di Hiroshige (1852-58), che a sua volta comprendevano altri soggetti cari a Hokusai, vale a dire una 'Grande onda', simile per inquadratura, ma meno drammatica. Del resto, la serie più famosa di Hiroshige, le 'Cinquantatrè stazioni del Tokaido', edita inizialmente nel 1833-34, fu ripetutamente proposta dallo stesso autore con editori e formati diversi, senza contare che ancora Hokusai la riprese in una serie di surimono (biglietti augurali) e silografie tra il 1804 e il 1811. Scorci di ponti, cascate, quartieri di Edo, di Kyoto e delle province più lontane, insieme ai volti, all'eleganza dei kimono e alla sensualità delle donne più belle dell'epoca dipingono il quadro di una società, testimoniando al tempo stesso l'indissolubile legame con la natura che contraddistingue la civiltà nipponica. Una visione estetica che colpì profondamente l'occidente a fine '800, trasformando e rivoluzionando la modalità pittorica degli Impressionisti. In quelle opere Monet, Van Gogh, Degas, Toulouse-Lautrec scoprirono una freschezza e una semplicità di forme e colori che ricercavano da tempo. E che riverbera tuttora nella produzione grafica, dai manga agli anime, dal tatuaggio fino ai gadget più commerciali, nonché nel nella frequente citazione ideale di artisti contemporanei giapponesi e stranieri.
   

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