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Chiossone, antichi bronzi Cina-Giappone

Importanti pezzi dinastia Song importati Giappone nel Trecento

Redazione Ansa

 GENOVA - La riscoperta della genesi degli utensili e delle radici storiche e culturali di arti e stili di vita del Giappone come l'ikebana e la cerimonia del tè è stata al centro del simposio internazionale 'Antichi bronzi cinesi in Giappone e Italia' svolto all'Istituto Giapponese di Roma e frutto di collaborazione con il Museo d'Arte orientale 'Edoardo Chiossone' di Genova in anticipazione della grande mostra 'Food for the Ancestors, flowers for the Gods: transformations of archaistic bronzes in China and Japan' in programma dal 31 marzo al Chiossone di Genova. Il Museo Chiossone custodisce importanti collezioni d'arte giapponese e cinese che il genovese Edoardo Chiossone (1833-1898) raccolse durante il suo soggiorno in Giappone. Le collezioni consentono di studiare la storia dell'arte giapponese e le relazioni culturali e artistiche con la Cina: importanti i pezzi cinesi databili dalla dinastia Song Meridionale (1127-1279) fino alla fine del secolo XIX importati in Giappone a partire dal periodo Muromachi. Documentano sia il plurisecolare interesse cinese per le antichità che il gusto giapponese, coltivato dall'aristocrazia militare e dai maestri del tè, di collezionare vasi cinesi in bronzo e in ceramica per comporre i fiori e bruciare l'incenso davanti alle effigi divine. Quanto ai bronzi, la collezione Chiossone comprende opere insigni, databili dalla protostoria (periodi Yayoi e Kofun, secoli III aC-VII dC), fino al tardo periodo Meiji (1868-1912). La maggior parte delle opere che saranno esposte nella mostra a partire dal 31 marzo appartiene al Museo Chiossone, con la significativa partecipazione di prestiti importanti provenienti dal Museo d'Arte Orientale 'Giuseppe Tucci' di Roma, dal Museo d'Arte cinese e etnografico di Parma e da collezioni private.   

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