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Riapre la miniera di Gambatesa

Dopo chiusura dal 2012, obiettivo creare nuove occasioni turismo

Redazione Ansa

GAMBATESA (NE) - Riapre dopo 4 anni la miniera di Gambatesa, comune di Ne, alta Val Graveglia, entroterra del Tigullio. Il sito è stato riaperto con fondi regionali ed europei, circa 850 mila euro. "Prima della chiusura era la seconda attrazione dopo l'Acquario di Genova", spiega il sindaco di Ne Cesare Pesce. Dal 10 dicembre apertura ufficiale del Museo Minerario con le visite sul vecchio trenino lungo le antiche gallerie minerarie oggi restaurate almeno in parte. "Gambatesa non è solo un museo, è un monumento al lavoro - spiega Anselmo Agoni della Sky Mine che gestisce il museo minerario - gestiamo altre 4 miniere ma questa è unica perché è rimasto tutto com'era". "È un momento di festa - ha detto il governatore Giovanni Toti - il recupero della miniera, come il trenino di Casella, sono modelli per creare occasioni per visitare la Liguria tutto l'anno. Mi fa pensare ai sette nani di Biancaneve che andavano a lavorare in miniera, mentre Biancaneve è la nostra bella Liguria, addormentata ma che si sta risvegliando". Gli interventi finora hanno riguardato solo un primo lotto della miniera che è stata la più grande di manganese d'Europa, attiva dal 1876 sino al 2011, quando ha cessato l'attività estrattiva. L'attività museale, iniziata una quindicina di anni fa, ha fatto diventare Gambatesa una delle più importanti attrazioni turistiche della Liguria orientale. Successivamente, a seguito della cessazione dell'attività mineraria, cambiando il quadro normativo di riferimento, si è avuta la sospensione dell'accesso ai visitatori. Il Parco regionale dell'Aveto, attuale proprietario, in questi anni di chiusura, ha comunque sempre lavorato per arrivare alla nuova riapertura alle visite.
    Alla presentazione erano presenti alcuni bambini della vallata e anche qualche minatore che a Gambatesa ha lavorato, come Italo Domenico Rossi, 87 anni, nei cunicoli dal '55 al '74 e che scoprì la vena di manganese più redditizia della miniera: "Rinunciai ad andare all'Italsider per lavorare qui - racconta - più di una volta rischiai la vita; in quei tunnel ho perso l'udito quando rimanemmo bloccati nel mezzo io e un mio collega a causa delle esplosioni che avanzavano da entrambi i lati, ci è andata bene".
   

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