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Balla e gli altri, l'impronta dei grandi dell'Avanguardia

A Roma rassegna di tele e disegni alla galleria Futurism Co

Redazione Ansa

Insidie di Guerra, olio su tela di Giacomo Balla del 1915 insieme con la china su carta di Automobile in Corsa di due anni prima sono tra le opere di maggior spicco riunite dalla Galleria Futurism & Co, a Roma nella rassegna che fino alla primavera prossima mette insieme grandi esponenti e autori meno noti dell'Avanguardia marinettiana.
    Lo spazio a due passi da piazza di Spagna concentra nel suo ambiente minuscolo un viaggio rapido ma esauriente nella parabola del movimento che nella prima metà del '900 ha segnato la storia dell'arte. Tra i circa 40 lavori le tele e i disegni di Depero, Boccioni, Severini, Carrà, Prampolini, Russolo, Sironi sono affiancate al dinamismo dei treni di Roberto Marcello Baldessari e Uberto Bonetti e all'aeropittura di Giulio D'Anna e Pippo Rizzo. Un altro modo di leggere la storia è legato al Balla di Insidie di Guerra, bozzetto del capolavoro di più grandi dimensioni esposto alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna, realizzato dall'artista dopo la manifestazione a Roma del maggio 1915 contro le posizioni neutraliste dell'ex ministro Giolitti.
    Il Futurismo cercò di rivoluzionare non solo il modo di intendere l'arte ma ogni aspetto della vita quotidiana, dall'architettura alla moda al design, a partire dal Manifesto della ricostruzione Futurista dell'Universo firmato dallo stesso Balla con Fortunato Depero. A dare corpo alla velocità e al dinamismo che ispiravano i futuristi furono i treni e le macchine e poi gli aerei. A questi temi è dedicata anche la selezione di opere degli stessi artisti che la Galleria ha scelto per l'esposizione Arte, Velocità, Finanza, a Roma dal 14 al 16 dicembre nella sede della società Azimut in occasione della presentazione di un fondo dedicato alle auto d'epoca, supercar e hypercar. Fu proprio Balla tra il 1913 e il 1914 a sperimentare il tema del dinamismo con le sue ricerche sull'automobile, la luce e il movimento. "Tutto si muove, tutto corre, tutto volge rapido - aveva annotato nel 1910 nel Manifesto tecnico della pittura futurista -. Una figura non è mai stabile davanti a noi ma appare e scompare incessantemente.
    Così un cavallo da corsa non ha quattro zampe, ne ha venti e i loro movimenti sono triangolari". 
   

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