(ANSA) - ROMA, 12 DIC - Fino al 7 aprile la mostra 'Splendori
Farnesiani. Il Ninfeo della Pioggia ritrovato' offre una
ricostruzione di quelli che furono i valori, i significati e gli
usi del Ninfeo e di tutti gli Orti farnesiani nel momento del
loro massimo splendore, tra la seconda metà del XVI e il XVII
secolo. È un viaggio nella cultura barocca che caratterizzò i
celebri giardini dei Farnese, teatro di delizie, ricerca,
cerimonie e di autorappresentazione politica di una delle più
importanti famiglie italiane dell'epoca.
La mostra, a cura di Alfonsina Russo, Roberta Alteri e
Alessio De Cristofaro, riunisce quadri, disegni dall'antico,
stampe, sculture in bronzo, oggetti d'arte e innovativi apparati
digitali, che permettono ai visitatori di immergersi nella vita
e nelle atmosfere del tempo, accostandosi non solo alla storia
degli Orti e dei Farnese, ma alla stessa mentalità e visione del
mondo che caratterizzava l'aristocrazia romana e italiana tra il
tardo rinascimento e il Seicento.
"Ricostruire in modo filologico e raccontare l'effimero e il
patrimonio immateriale di un'epoca conclusa non è mai semplice -
ha commentato Alfonsina Russo, direttrice del Parco archeologico
del Colosseo - È sempre necessario un attento lavoro di ricerca
che metta insieme i documenti, i testi, i monumenti e gli
oggetti che di una data epoca costituiscono testimonianza
storica. Poi bisogna affrontare la sfida del racconto, in forme
che devono essere accessibili e comprensibili a tutti, senza
però semplificare o banalizzare. In questo, il Parco
archeologico del Colosseo investe molto in innovazione, grazie
alla sperimentazione e all'uso del multimediale e delle tecniche
dello storytelling".
Nel progettare la mostra, un particolare impegno è stato
dedicato al recupero di documenti e opere che avessero un
diretto rapporto con il Ninfeo, gli Orti e la famiglia Farnese,
allestendo le diverse sezioni della mostra dentro gli stessi
edifici dei giardini palatini, dove le opere scelte dialogano e
si integrano con gli spazi. "La scelta di allestire le opere nel
Ninfeo della Pioggia e nelle Uccelliere restituisce il senso e
le funzioni originarie di questi spazi - ha spiegato la
curatrice Roberta Alteri - oggi non facili da percepire per il
visitatore. Il Ninfeo era un luogo per feste e diletti
progettato dal Rainaldi come spazio multisensoriale, dove gli
ospiti potevano appagarsi grazie a banchetti, musica, immagini e
alla piacevole presenza dell'acqua in forma di pioggia simulata.
Le Uccelliere una sorta di microcosmo dei mondi lontani e allora
da poco esplorati e conosciuti".
La mostra conclude il programma di attività ed eventi di
valorizzazione pensato dal Parco archeologico del Colosseo a
ottobre con la riapertura al pubblico del Ninfeo della Pioggia
negli Horti Palatini Farnesiorum sul Palatino. (ANSA).
Al Parco del Colosseo gli splendori dei Farnese
Viaggio nella cultura barocca di giardini e orti farnesiani