Regioni

Paolo Ketoff, il mago del suono elettronico

A Roma le invenzioni del pioniere dell'avanguardia anni Sessanta

Redazione Ansa

ROMA - L'inventore di suoni elettronici; il ricercatore che si confrontava con colleghi e compositori del calibro John Cage, John Eaton e Robert Moog, che diede il nome al sintetizzatore che per decenni ha affascinato i gruppi rock e pop; la mente concentrata sulla sperimentazione e l'avanguardia sonora cui attinse a piene mani il cinema degli anni Sessanta e Settanta. Un mondo acustico affascinante si svela nella mostra 'Paolo Ketoff, il liutaio elettronico' che l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, la Fondazione Musica per Roma e il il Centro Ricerche Musicali (Crm) con il sostegno di Leonardo dedicano dall'11 dicembre al 9 gennaio al progettista del suono di origini russe nato a Roma cento anni fa, conosciuto per il suo impegno nel mondo del grande schermo, con registi come Comencini, Pontecorvo, Rossellini e Antonioni.
    Noto soprattutto per aver inventato uno dei primi sintetizzatori, Ketoff si definiva "un liutaio al servizio del musicista". La mostra, realizzata con il contributo prezioso del figlio Andrea, è un viaggio nelle invenzioni tecnologiche straordinarie del tecnico del suono, in un mix di strumenti, progetti, collaborazioni con artisti internazionali, compositori e ricercatori che è anche l'occasione per raccontare il fermento culturale della Roma di mezzo secolo fa. Un tuffo in un clima creativo descritto da documenti inediti, come i progetti degli ultimi sintetizzatori e delle sue invenzioni, le lettere, i manoscritti, i manifesti e il repertorio audiovisivo delle performance che hanno segnato l'avvento della musica elettronica a Roma, anticipando molte delle attuali tendenze musicali e tecnologiche. La vita di Ketoff viene raccontata dai brevetti, dalle riviste, dai giornali che hanno recensito il suoi lavori innovativi. Per la sua sfera lavorativa parlano le invenzioni più rilevanti, gli schemi dei progetti e le tecnologie sonore realizzate, come il sintetizzatore Synket degli anni 1964-1965 che per la prima volta consente di eseguire musica elettronica direttamente in orchestra (ne produsse nove esemplari nell'arco di dodici anni). Tre anni prima, con il compositore Gino Marinuzzi jr, aveva costruito uno strumento elettronico "da studio" per la sintetizzazione dei suoni: il Fonosynth, esposto alla ХLII Biennale di Venezia e oggi al Museo della scienza e della tecnica di Monaco di Baviera. In mostra saranno anche proiettati brevi filmati in cui sono presenti suoni, effetti o tecniche di ripresa realizzati da Ketoff. Tutti i suoni che accompagneranno il pubblico nella fruizione della mostra sono prodotti dal SynKet e sono estratti dalle composizioni originali e dalle improvvisazioni di compositori come Eaton, Morricone, Guàccero, Ortolani. Paolo Ketoff (1921-1996) nel 1940 si diplomò al Centro Sperimentale di Cinematografia, Sezione Fonici e Tecnici del Suono. Alla fine della guerra tornò a lavorare nell'industria cinematografica e prese parte alla produzione di diversi film come fonico per la presa diretta. Contemporaneamente partecipa alla costruzione degli impianti dello stabilimento di doppiaggio della Titanus in Via Margutta; dal 1953 al 1957 gli è affidato lo Studio di registrazione della RCA. Ha partecipato, tra l'altro, alla realizzazione della colonna sonora di film come Kapò (1959) di Gillo Pontecorvo, Il Generale della Rovere (1959) di Roberto Rossellini, L'Avventura (1960) di Michelangelo Antonioni, Banditi a Orgosolo (1961) di Vittorio De Seta. La mostra segue di qualche mese l'inaugurazione dello Studio di Ricerca per la musica elettronica e le nuove tecnologie Paolo Ketoff, Centro permanente di formazione, produzione e ricerca musicale dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia nato in risposta alle esigenze espresse da molti musicisti di avere a Roma un nuovo Centro tecnologicamente avanzato per la musica.
    (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it