(ANSA) - ROMA, 14 OTT - Non solo sette. Con Johan Creten,
l'artista fiammingo tra i più originali innovatori della
ceramica contemporanea, oltre che virtuoso del bronzo e artefice
di sculture monumentali, i "peccati" sono molti di più. Non
tutti capitali, ma tutti narratori dell'essere umano, della vita
che infonde desiderio e dolore, di Eros e Thanatos. Come nella
mostra, "I peccati" appunto, che per la prima volta raccoglie in
Italia, fino al 31/1 tra i saloni dell'Accademia di Francia a
Villa Medici, un corpus di 55 sue opere affiancate a pezzi
storici di artisti tra '400 e '600 come Lucas Van Leyden, Hans
Baldung, Jacques Callot, Barthel Beham e Paul van Vianen.
Curata da Noëlle Tissier, inizialmente prevista in primavera e
rimandata causa Covid-19, l'esposizione è anche la prima sotto
la guida del neodirettore dell'Accademie, Sam Stourdzé.
Classe 1963, nato in Belgio, ma da anni a Parigi, Creten è stato
esposto già nelle sale rinascimentali del Louvre in dialogo con
Bernard Palissy e al Museo Eugène Delacroix di Parigi, al Bass
di Miami come alla Biennale di Istanbul, al Mamco di Ginevra e
al Museo Middelheim di Anversa, appaludito per quella visione
estremamente attuale della società. Con i suoi lavori parla di
"slow art", della necessità di un ritorno all'introspezione, di
esplorare il mondo e i suoi tormenti individuali e sociali. Tra
le opere esposte a Roma, l'imponente De Vleermuis - Il
Pipistrello, la nuova monumentale Muses et Méduses in dialogo
con brani della celebre serie metonimica Odore di Femmina sulla
seduzione, l'ambiguità dei sentimenti e le relazioni umane. E
ancora, temi politici con il bronzo Il prezzo della libertà, The
Herring alta cinque metri e per la prima volta davanti al
pubblico la sua rivisitazione di una porcellana di Doccia, in
collaborazione con gli storici laboratori Porzellanmanufaktur
Augarten (ANSA).
I peccati di Johan Creten a Villa Medici
Fino al 31 gennaio, in mostra 55 opere dello scultore fiammingo