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Arte e lockdown, 45 mila opere a Roma per mostra da record

Già coinvolti 900 artisti dal mondo, da ognuno 30 piccoli lavori

Redazione Ansa

ROMA - L'obiettivo è entrare nel Guinness dei primati 2020 come la più grande mostra d'arte del mondo: 1500 artisti del mondo coinvolti, ognuno con 30 opere di piccolo formato, massimo 10x10cm, che possano essere appese a un chiodo, per un totale di 45 mila lavori. E' il traguardo ambizioso che si è dato il progetto ''Be**pArt'' lanciato dall' artista romano Giò Montez con l'aiuto di venti curatori-ambasciatori in tutti i continenti per proporre al pubblico la più imponente collettiva su scala mondiale che, a causa degli impedimenti provocati dal lungo lockdown, si è trasformata in un gigantesco laboratorio sulla creatività nei mesi della pandemia.

Nell'atelier in via di Pietralata del giovane art producer sono già arrivate 27 mila opere - per lo più pitture, collage, tecniche miste, foto - spedite dai 900 artisti indipendenti che hanno aderito finora e che sono riusciti a spedirle a Roma dopo la riapertura delle frontiere. ''Tutto l'emisfero australe è ancora bloccato - spiega Montez, nome d'arte di Giorgio Capogrossi - e non sappiamo quando da quei paesi la corrispondenza, tra cui il materiale destinato alla mostra, riprenderà ad essere consegnata''. Pacchi da ogni parte del mondo continuano comunque ad arrivare giornalmente e gli organizzatori ritengono a portata di mano l'obiettivo dei 1500 partecipanti. Salvo imprevisti legati anche al prolungamento del periodo di emergenza, l'ideatore conta di arrivare al vernissage il 29 ottobre durante la ''Rome Art Week'' che si apre il 26 e di tenere aperta la mostra fino a dicembre. Le opere resteranno di proprietà degli autori che potranno, eventualmente, rispondere alle proposte di acquisto. Il passaggio successivo sarà il varo a gennaio di una start up per rendere fruibile la mostra anche a distanza a tutti i partecipanti, consentire la tracciabilità delle opere, includere i lavori che si aggiungeranno successivamente e consentire agli interessati di contattare gli artisti.

''Le opere sono tutte meravigliose - osserva compiaciuto Montez -. Da ogni nazione sono arrivati lavori che esprimono tendenze e stili particolari. Alcuni offrono spunti interessanti di riflessione, perché realizzati nei mesi in cui i negozi erano chiusi e, quindi, con materiali di recupero e con tecniche improvvisate. Nei mesi di isolamento in casa la fantasia e l'estro degli artisti non si sono arrestati, anzi, sono state trovate soluzioni creative sorprendenti''. In molti casi, come le tessere di un mosaico, le trenta opere compongo un'unica grande immagine che può essere acquistata in blocco, ma possono essere messe in vendita singolarmente. La fantasia si è espressa in mille modi. Un'artista italiana, ad esempio, ha utilizzato rotoli di carta igienica; un giovane pittore egiziano ha inviato trenta quadretti dipinti su pelle. Attualmente la pagina Istragram dell'Atelier è un caleidoscopio di forme e colori con la sequenza dei lavori che via via vengono pubblicati e in testa ai quali per numero di like risultano le foto dell'italiana Alida Oddo. Tra quanti hanno raccolto finora la sfida di ''Be**pArt'', il gruppo degli italiani spicca con 150 iscritti.

Dalla Germania le adesioni sono una sessantina, come quelle giunte dal Marocco e dall'Egitto. Una decina gli artisti in rappresentanza degli Stati Uniti, ma, appunto, molti che hanno assicurato la partecipazione mancano ancora all'appello.

''In un contesto storico così complesso in cui l'arte contemporanea è considerata alla stregua di un 'bene di consumo non necessario' - spiega Montez - gli artisti sono una fascia debole, non tutelata e a serio rischio di estinzione. Con questa proposta non passeremo inosservati; faremo la mostra d'arte contemporanea più grande del mondo in un periodo in cui le mostre d'arte incontrano tantissime difficoltà. Siamo uno tsunami, convinti che questo potente effetto di rete a livello potrà garantire un crescente numero di adesioni e di consensi che saranno fondamentali per controbilanciare gli effetti negativi della crisi''.

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