Regioni

Musei Tartini e l' inquietudine del Trillo del diavolo

A 251 dalla scomparsa, l'inaugurazione de La Stanza di Tartini

Redazione Ansa

(di Francesco De Filippo) (ANSA) - TRIESTE, 08 APR - Quel "Trillo del diavolo", pubblicato postumo - La Sonata per violino in sol minore che è la sua composizione più nota - ha il carico di suggestioni tale da sintetizzare la personalità del suo autore, quel Giuseppe Tartini da Pirano (oggi Slovenia), musicista e compositore di cui si inaugura il Museo interattivo transfrontaliero "La Stanza di Tartini" (discovertartini.eu), a 250 anni più uno dalla scomparsa. Il 'Trillo del diavolo' aveva apparentato il compositore e la sua ispirazione a qualcosa di demoniaco; in realtà l'uomo aveva "solo" una personalità complessa, inquieta: Tartini fu ad esempio virtuoso non soltanto dell'arco (del violino) ma anche della spada: ingaggiò duelli. Visionario e spirito acceso, sperimentatore, ebbe insomma una vita movimentata.
    Tuttavia, a questa immagine fa da contraltare anche quella di uomo di grandi relazioni e competente maestro musicale, capace di attirare a Padova alla Scuola delle Nazioni che aveva fondato, allievi provenienti da varie regioni e Paesi. Giovani che avrebbero diffuso poi nei rispettivi luoghi natali i suoi insegnamenti, dunque nelle corti tedesche, la Spagna, Praga, San Pietroburgo, Francia. Insomma, ovunque si diffusero le sue teorie, contribuendo alla formazione di una identità musicale europea, come indica Margherita Canale, docente di Storia della musica al Conservatorio Tartini di Trieste (città dove non visse ma che gli ha intitolato il Conservatorio). Non solo, la diffusione del suo pensiero musicale fu tanto incisiva sui posteri da influenzare anche Haydn e Mozart.
    Tartini nacque a Pirano nel 1692, rampollo, per parte di madre, di una antica famiglia della città, che abbandonò presto per trasferirsi a Capodistria prima e a Padova poi, destinato a una carriera ecclesiastica. Un futuro precostituito che gli stava stretto: lo evitò sposandosi a 18 anni e senza informare i familiari. Dovette dunque fuggire da Padova per non incorrere nelle ire del vescovo. Sarebbe rientrato tempo dopo e avrebbe dispiegato il vero talento, la musica. Dunque viaggiò e suonò a Venezia, Assisi, Bologna, Napoli, Palermo e anche Praga.
    Corposa la sua produzione: circa 150 concerti per violino e orchestra, e quasi 200 sonate a violino e violino solo, nonché trattati di musica. Alcune opere, dice specifica ancora Canale, furono pubblicate nel '700 da editori olandesi. Ovviamente, un fondo musicale in cui è conservata la maggior parte degli autografi delle sue musiche è la Biblioteca musicale della Cappella antoniana a Padova, il luogo dove più a lungo e costantemente lavorò.
    Da Pirano a Pirano: per coincidenza o per una comunanza spirituale, quel Trillo del diavolo è il cavallo di battaglia di un altro grande musicista, Uto Ughi, di origini istriane, poiché suo padre era nato proprio nella splendida località slovena.
    Nella cui piazza dal 1896 troneggia un monumento a Tartini (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it