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Musica: Neri Marcorè canta le divine donne di Dante

Prima nazionale il 22 in piazza a Cervia con Orchestra Corelli

Redazione Ansa

(ANSA) - RAVENNA, 21 LUG - La rotta del 'Trebbo in musica 2.1', la rassegna di Ravenna Festival creata ad hoc per Cervia-Milano Marittima, propone giovedì 22 luglio, alle 21.30 in piazza Garibaldi, Neri Marcorè al timone per 'Le divine donne di Dante', una prima nazionale su commissione del Festival, in coproduzione con Mittelfest e Macerata Opera Festival.
    Francesca, Pia, Matelda, Piccarda, Didone, Cleopatra e le altre si specchiano nelle canzoni di De Gregori, Capossela, Sting, Fossati, Ligabue, i Beatles: quindici momenti per intrecciare memoria, racconto, emozione e invenzione. Al fianco di Marcorè, nelle doppie vesti di narratore e cantante, l'Orchestra Arcangelo Corelli diretta da Jacopo Rivani negli arrangiamenti di Stefano Cabrera, anche in scena al violoncello (Domenico Mariorenzi chitarra e pianoforte, Simone Talone percussioni, Flavia Barbacetto e Angelica Dettori vocalist).
    Da 'Cardiologia' di De Gregori a 'Vince chi molla' di Niccolò Fabi, passando per 'Fields of Gold' di Sting, si ricostruisce un paesaggio umano denso di suggestioni e significati. "Alcune sinapsi venivano naturali, altri collegamenti erano più sorprendenti anche per me - racconta Neri Marcorè - Pensando a Francesca da Rimini, ho scelto 'Il bacio sulla bocca' di Ivano Fossati, essendo il bacio la scintilla che fa nascere tutta la storia tra i due amanti. E aggiungendo la canzone di Ron, 'Non abbiamo bisogno di parole', si rende omaggio anche al silenzio di Paolo, che nel canto non prende mai la parola. Tra gli accostamenti imprevedibili c'è anche 'L'odore del sesso' di Ligabue, collegata alla figura di Didone che tradisce la memoria del marito per l'amore irresistibile verso Enea. E la luminosità della cananea Raab nel IX canto del Paradiso ha richiamato la canzone della luce per eccellenza, cioè 'Here Comes the Sun' dei Beatles. Un'altra analogia che mi piace è quella che si stabilisce tra 'Enjoy the Silence' dei Depeche Mode e Pia de' Tolomei, sul godimento del silenzio". (ANSA).
   

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