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'Mutina splendidissima' a Modena

Dal 25/11 al Foro Boario, tra reperti e ricostruzioni virtuali

Redazione Ansa

MODENA - Reperti e opere d'arte, accostati a testimonianze provenienti da numerosi musei italiani, affiancano le ricostruzioni virtuali dei principali monumenti di Mutina (le mura, il foro, l'anfiteatro, le terme, una domus) e videoracconti fanno da contrappunto alla descrizione delle città dal periodo precedente la sua fondazione, avvenuta nel 183 a.C., alla decadenza nella tarda età imperiale. Sono i contenuti della mostra 'Mutina Splendidissima. La città romana e la sua eredità', a cura dei Musei civici di Modena e della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Bologna, allestita al Foro Boario dal 25 novembre all'8 aprile nell'ambito del programma dedicato alle celebrazioni dei 2200 anni dalla fondazione della città di Modena. Definita da Cicerone 'finissima et splendidissima', una delle più importanti colonie romane dell'Italia settentrionale, Mutina si trova al di sotto delle strade del centro storico, custodita dai depositi delle alluvioni che si verificarono in epoca tardoantica.
Molte le novità per il pubblico, tra cui le decorazioni parietali con scene figurate tracciate con pigmenti pregiati e stucchi a rilievo, equiparabili per qualità a quelli provenienti da Pompei. Uno spazio significativo è dedicato alla testimonianze delle produzioni di eccellenza che le fonti attribuiscono a Modena: lucerne e laterizi, vino e lane tra le più pregiate dell'impero. Una sezione è dedicata ai profili dei Mutinenses, dai primi coloni ai cittadini emigrati in altre regioni. Dati geologici, archeobotanici e archeozoologici permettono poi di conoscere l'assetto ambientale di 2200 anni fa. Il tema dell'eredità viene sviluppato nella seconda parte dell'esposizione, con opere d'arte e documenti, video e due ricostruzioni virtuali dedicate alle antichità esposte intorno al Duomo nel Rinascimento e alla perduta Galleria delle antichità di Francesco II in Palazzo Ducale.
Il percorso giunge fino al presente illustrando la precoce nascita, intorno a metà Ottocento, di una cultura scientifico-sperimentale che è alla base della nascita del Museo Civico (1871). Viene affrontata anche la dimensione del futuro con il progetto 'Capsule del tempo': in una 'time capsule', grande contenitore trasparente, visitatori e scolaresche potranno inserire oggetti, testi scritti, foto, articoli di giornale rappresentativi della contemporaneità e destinati ad essere svelati nel 2099, altra ricorrenza importante per Modena, mille anni dopo la posa della prima pietra del Duomo.

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