POMPEI - Sessanta milioni di euro spesi, altri 40 milioni da impiegare. I fondi europei per i restauri del Grande progetto Pompei sono ancora in gran parte non spesi, ma il volto della città antica è già completamente cambiato. Il direttore della Soprintendenza speciale di Pompei, Massimo Osanna, e il direttore generale del GPP, gen. Luigi Curatoli, hanno schierato tutti gli archeologi, i tecnici, i progettisti, gli operai, i collaudatori per presentare alla stampa la vastissima area di 50mila metri quadrati liberata da ponteggi, puntellamenti, vecchi residui di materiali inidonei che rendevano non percorribile le Regio V e IX.
E per il pubblico arrivano tante nuove aperture, dal Piccolo Lupanare alla lussuosa e artistocratica casa di Obellio Firmo, in via di Nola, una delle più grandi e articolate della città, con il sontuoso atrio in cui troneggiava un'enorme cassaforte in ferro e bronzo. Restauri completati e apertura definitiva anche per la casa del politico Marco Lucrezio Frontone, con i suoi ambienti riccamente affrescati . E non solo, perché un nuovo cantiere ha rivelato due distinti edifici, un panificio poi trasformato in tintoria, e una Domus abbandonata nel 62 d.C, in seguito al terremoto che precedette l'eruzione del 79, con preziosi pavimenti in mosaico.
Dal Lupanare alla villa di Obellio, Pompei scopre nuove meraviglie
Ancora in cassa 40 milioni del Grande progetto Pompei