(ANSA) - CARAMANICO TERME, 04 FEB - A metà gennaio 2017
Caramanico Terme (Pescara) era sotto due metri e mezzo di neve,
come gran parte dell'Abruzzo. Il mercoledì 18 - data
indissolubilmente legata alla valanga e alla tragedia di
Rigopiano - quattro scosse di magnitudo superiore a 5.0 in poche
ore avevano spaventato il centro Italia e danneggiato
costruzioni già ferite da terremoti precedenti. Una concomitanza
di fattori che provocò, nella notte del 20 gennaio, il rovinoso
crollo del tetto della Chiesa di Santa Maria Maggiore o Santa
Maria Assunta, simbolo di Caramanico, nel cuore del Parco
nazionale della Majella. Tre anni dopo, la chiesa è ancora
inagibile e sessanta cittadini hanno dato vita a un comitato
civico che promette di dare battaglia 'in tutte le sedi e nelle
forme più efficaci, per salvare la Chiesa Madre', visto che i
fondi per restaurarla ci sono.
Una prima opera di messa in sicurezza, portata avanti dalla
Soprintendenza, e poi una copertura provvisoria del tetto,
curata dal Comune con fondi regionali, evitarono il crollo
totale dell'edificio, "inevitabile se non si fosse posto rimedio
all'infiltrazione delle acque meteoriche che nel frattempo
avevano lesionato muri, decorazioni, opere d'arte" spiegano dal
comitato. Quasi 500 mila euro sono stati spesi e dal 2018 per il
restauro è pronto un milione e mezzo di euro, messo a
disposizione dalla Delibera Cipe 22 dicembre 2017. Per questo i
cittadini non capiscono "come si possa dar luogo a lungaggini e
sovrastrutture burocratiche che rimandano un intervento
possibile da tempo e che dovrebbe essere portato a termine senza
ritardo da un Paese civile e consapevole della propria storia".
La Chiesa di Santa Maria Maggiore fino al 1909 era l'unica
parrocchia urbana ad avere il fonte battesimale. La pieve di
Santa Maria "de Caramanico" viene citata per la prima volta in
un documento del "Chronicon casauriensis". La fiancata si
presenta suddivisa da grandi contrafforti e una quinta
architettonica di ispirazione neoclassica chiude il lato della
piazzetta che guarda verso il monte Morrone. L'edificio ha
caratteri romanico-gotici del XV secolo. Il portale gotico, del
1452, presenta ricche ornamentazioni scultoree: edicolette
sovrapposte, figurazioni, pilastrini, colonnine e capitelli. A
sinistra della porta d'ingresso è posto un battistero ligneo del
1572 finemente lavorato. Al '600 e al '700 risalgono altri
altari laterali, le statue, i dipinti dell'abside, il coro
ligneo e l'organo. L'interno, completamente trasformato nel
1595, è a tre navate con forti pilastri e arcate a pieno centro;
copertura centrale con volta a botte, lateralmente a crociere.
Custodisce un ostensorio di rame dorato di Nicola da
Guardiagrele (1380-1471) dove poggia la statuetta dell'Assunta
rifatta dallo scultore Nicola D'Antino (l'antica statuetta in
argento dorato fu trafugata nel 1950) e un Crocifisso di XV
secolo; in sagrestia un trittico quattrocentesco a tempera.
Con l'obiettivo di proteggere e rendere nuovamente fruibile
la chiesa e le sue tante opere d'arte, in attesa della
definizione delle procedure di gara per i lavori di restauro, il
comitato civico ha cominciato a raccogliere fondi per arredi e
strumenti non inclusi nell'opera di restauro e fa sapere che
contributi spontanei sono già arrivati dall'estero (10 mila euro
dalla Germania). "Siamo pronti a scendere in campo per la difesa
della bellezza dei nostri luoghi e l'identità dei nostri paesi -
dicono - anche, e soprattutto, quando lo Stato dimostra di non
avere le sensibilità e le capacità adeguate". (ANSA).
Caramanico Terme, un Comitato per riaprire la Chiesa Madre
Inagibile dopo crollo tetto nel 2017. Ma i fondi ci sono