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A Palermo Corpi Migranti

Hirzel, ne ha seguito le tracce, scatti esposti a Palermo

Redazione Ansa

PALERMO - Solo dall'inizio del 2018 almeno 442 migranti sono morti attraversando il Mediterraneo. Le loro storie sono sconosciute, come i nomi e le relazioni che si lasciano alle spalle. Sepolti nella memoria, quei corpi di disperati a volte riaffiorano o vengono raccolti per essere poi disseminati nei cimiteri siciliani. Un giovane fotoreporter, Max Hirzel, ne ha seguito le tracce lungo un itinerario del dolore che viene ora raccontato per immagini nella mostra "Corpi migranti". Promossa dalle associazioni Maghweb e Hryo in collaborazione con Minimum, l'esposizione sarà inaugurata sabato 31 marzo 2018 alle 18:30 nello spazio "Stato Brado" di piazzetta Resuttano a Palermo. A spingere Hirzel a rievocare tanti destini individuali e collettivi è stato l'incontro con i morti dei più grandi naufragi come quello del 15 aprile 2015 che provocò più di 700 vittime. Un anno dopo il governo italiano fece recuperare il "barcone degli innocenti". E tutto il suo terribile carico umano è stato portato nella base Nato di Melilli, vicino a Siracusa.
    Ma quello è solo il caso più straziante. Sono tanti, troppi, i migranti morti nel viaggio verso l'Europa. I loro corpi sono sparsi in tutta la Sicilia, in cimiteri piccoli e grandi, vicini alle coste e nell'entroterra. A volte sul cemento fresco è incisa una scritta, "sconosciuto nr. 25", o addirittura "africana". Un numero al posto del nome. "Può sembrare incuria - dice Hirzel - e invece rappresenta la difficoltà a gestire quella anomalia. Al contrario, la Sicilia dimostra grande capacità di compassione, non sempre con le prassi ma di sicuro con le persone, e a suo modo ha fatto proprio il lutto che non può essere celebrato dalle famiglie dei migranti. Di nuovo, perché mancano troppi nomi". 
   

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