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De Santis, c'è fame d'Italia tra i connazionali nel mondo

A Roots-In chef e influencer che cucinò anche per Versace

Matera foto iStock.

Redazione Ansa

MATERA - Se è vero che il turismo delle radici è un viaggio a ritroso alla ricerca delle proprie origini e un percorso emozionale verso se stessi che passa spesso non solo attraverso i luoghi ma anche attraverso i sensi, da tanti anni ormai grazie ai suoi programmi in televisione lo chef pugliese Donato De Santis aiuta gli italiani all'estero a farlo in un modo tutto suo. Per questo sarà uno dei protagonisti di Roots-In, Borsa Internazionale del Turismo delle Origini che si apre a Matera.
    Pugliese d'origine e milanese d'azione, allievo del grande Georges Cogny, De Santis oggi non solo è uno dei più famosi chef d'Argentina (ha fatto anche il giudice al loro Masterchef) ed è un influencer da 1,6 milioni di follower ma può vantare una lunga esperienza negli States dove è stato anche personal chef di Gianni Versace fino al giorno della morte e poi di Donatella e Santo.
    "Non appena sono sbarcato nel mondo della televisione - racconta in un'intervista all'ANSA De Santis - ho capito subito che nei miei programmi si erano sviluppati non solo degli interessi, ma anche delle emozioni. C'era e c'è ancora, come dire, una fame d'Italia tra i nostri connazionali e i loro discendenti nel mondo. E io avevo un po' portato loro quell'Italia di cui avevano sempre sentito parlare dai loro padri o dai loro nonni ma che non avevano mai conosciuto e di cui si erano dimenticati. Finalmente attraverso quello che cucinavo e raccontavo, senza cedere al nostalgico ma aiutandomi con musiche e storie, ritornavano in contatto. Insomma, sapendo senza saperlo, offrivo un viaggio alle radici delle loro origini al di fuori della solita logica trita e ritrita di pizza, mandolino etc".
    Anche nei suoi ristoranti e pizzerie Cucina Paradiso (ben 12, di cui anche il primo italiano 100% Gluten Free) De Santis propone una cucina italiana "vera", lontana dallo stereotipo dove si pensa che il ragù vada messo ovunque, anche nei tortellini… "Ho cominciato da giovanissimo a cucinare - racconta - e ho raccolto anche tante successi e e soddisfazioni, poi mi sono proprio voluto dedicare a questa propagazione, a fare luce sulle false credenze. Questo senza screditare il cibo locale ma riproponendo le ricette come dovevano essere. Per questo aiutato da mia moglie Micaela ho fatto un sacco di ricerca antropologica dei sapori, una vera ricerca di passione. Non solo ho girato molto quando ero piccolo ma una volta all'estero ogni volta che venivo in Italia facevo dei tour personali di aggiornamento e conoscenza. Sono rimaste famose le parole delle mie bambine che adesso hanno 20 e 22 anni che un po' di anni fa mi hanno detto: 'Papà per favore se andiamo in Italia, possiamo fare una vacanza normale e andare in spiaggia e non solo nelle fabbriche di prosciutti e formaggi?'. E soprattutto ho scelto di usare il meno possibile gli elettrodomestici. Faccio tutto a mano o con aggeggi meccanici, anche costruiti da me, come si faceva una volta".
    Da Roots-In De Santis si aspetta "di poter trasmettere a chi sa ascoltare le realtà che esistono al di fuori dell'Italia. C'è una voglia nuova di scoprire il nostro Paese, c'era già ma adesso è diversa e sta aumentando. Bisogna far capire che, al di là di chiese e musei, il nostro valore umano fatto anche di cibi e sapori è un vero patrimonio da salvaguardare".
    De Santis ricorda con affetto anche l'esperienza fatta a casa Versace a Miami: "Era una persona di gusti semplici. Mi disse solo il primo giorno: 'Noi siamo del Sud come te, mangiamo cose molto semplici, non vogliamo cose sfarzose che bisogna capire cosa si mangia'. A parte queste premesse, avevo carta bianca.
    C'era tanta carne pesce moltissima verdura e ovviamente un'altalena di paste".
    De Santis ricorda anche le tante cene servite agli amici superfamosi che frequentavano la villa. "Che fosse Gloria Estefan o Tina Turner, Elton John o Banderas o Stallone - dice - tutti rimanevano stupiti dalla semplicità con cui Gianni mangiava. Venivano in cucina incantati. Nonostante la sua villa fosse sfarzosa e barocca, aveva gusti semplici. Spesso mangiava solo garganelli con zucchine e gamberi e due foglie di rucola.
    Oppure arrivava mentre i bambini cenavano con polpettine e riso al pomodoro e mi diceva: 'Che buono! Possiamo mangiarlo anche noi grandi?'". Infine ricorda con tenerezza i biscotti alle mandorle. "Si spandeva il profumo per tutta casa. Lui aveva paura di ingrassare e non voleva che li facessi. Allora io fingevo di nasconderli. Nottetempo li scovava e al mattino se li erano mangiati tutti...". (ANSA).
   

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