Rubriche

In mostra a New York 30 donne apripista dell'arte

E a Boston le donne forti del Rinascimento italiano

Redazione Ansa

Trenta donne apripista dell'arte: da Artemisia Gentileschi a Grace Gassette, che oltre a dipingere creava protesi per i soldati feriti nella prima Guerra Mondiale, cinque secoli di contributi artistici di artiste attive in Italia, Inghilterra e Francia sono in mostra a New York da R+V, l'avamposto su Madison Avenue della galleria londinese fondata da Marco Voena e Edmondo Robilant. La mostra, curata da Virginia Brilliant, presenta opere a lungo rimaste in collezioni private fuori dagli occhi del pubblico. Tra queste una Maddalena recentemente riscoperta della Gentileschi, un'eccezionale Giuditta con la testa di Oloferne dipinto da Fede Galizia a un paio di anni di distanza, e la riproduzione tattile di una natura morta di Orsola Maddalena Caccia, una suora il cui talento e acume in affari sostenne per decenni il convento di Moncalvo dove era entrata con le sorelle per volere del padre pittore. In mostra sono anche dipinti di Angelica Kauffman e della pastellista veneziana del settecento Rosalba Carriera, opere di porcellana delle pittrici di Sevres e quadri di femministe americane trapiantate in Europa nell'ottocento come la Gassette, che con Edith Wharton fu una di solo due donne del suo paese ad essere insignita della Legion d'Onore.
    Spiegano gli organizzatori che quel che rende speciale questa rassegna e' la sua enfasi su donne che, in molti modi, hanno superato nella loro arte i colleghi maschi. La mostra da R+V non e' la sola in questi giorni negli Usa che si concentra sul contributo alla cultura del proprio tempo dell'ex sesso debole: al Museum of Fine Arts di Boston l'obiettivo di Donne Forti del Rinascimento e' puntato su una storia alternativa a quella degli uomini illustri loro contemporanei.
    Sculture, dipinti, ceramiche, tessuti, libri illustrati e stampe coprono un arco di tre secoli, dal Trecento al Seicento con opere firmate da Sofonisba Anguissola, Artemisia Gentileschi, Barbara Longhi e Lavinia Fontana, piu' altre commissionate e collezionate da donne potenti come Isabella d'Este e rappresentazioni di figure bibliche e mitologiche come Cleopatra, Maria Maddalena e Medea.
    Generalmente confinate ai loro ruoli tradizionali di figlie, mogli e madri - spiegano i curatori - le donne del Rinascimento italiano trovarono spesso modi di superare le barriere che si frapponevano alle loro aspirazioni di parita', diventando artiste, scrittrici, poetesse, musiciste e cantanti: "Alcune di loro commissionarono opere d'arte. Una volta vedove, divennero capofamiglia, mentre se rinchiuse in convento appresero l'arte del pizzo e del ricamo dando contributi importanti all'industria tessile, una delle piu' lucrative del tempo".
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it