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Lo spirito di Arcimboldo protagonista a Metz

Fino al 22 novembre nel nuovo museo diretto da Chiara Parisi

Redazione Ansa

PARIGI - Dopo oltre un anno di chiusure e restrizioni legate al coronavirus, Giuseppe Arcimboldo (1562-1593) fa rivivere il Centre Pompidou-Metz, filiale del celebre museo parigino nell'est della Francia, guidato dall'italiana Chiara Parisi. Amatissimo quando era ancor in vita, poi snobbato dagli storici dell'arte, l'artista milanese mondialmente noto per i suoi ritratti burleschi eseguiti combinando tra loro, in una specie di trompe-l'œil, oggetti o elementi dello stesso genere - tra cui vegetali o prodotti ortofrutticoli - è divenuto una sorta di icona popolare.

L'esposizione di Metz, in programma dal 29 maggio fino al 22 novembre, si presenta come un ritratto dello "Spirito arcimboldesco", anche attraverso lo sguardo dei tantissimi altri artisti in mostra attraverso cui la sua influenza si rivela in forma inconscia, immaginata o sognata. Da qui il titolo dell'esposizione, 'Face à Arcimboldo', di fronte ad Arcimboldo.

Lungo il percorso allestito nella 'Grande Nef' - la Grande Navata del Pompidou-Metz - alcune delle opere più emblematiche dell'artista (dalle Stagioni del Louvre fino alla Primavera di Madrid o al Bibliotecario proveniente dal castello di Skokloster, in Svezia) vengono messe a confronto con opere di altri artisti di ogni epoca come Alighiero Boetti, Francis Bacon, Pablo Picasso, Victor Brauner, Giorgio De Chirico, Max Enst, Maurizio Cattelan o René Magritte. Presenti, lungo il percorso, anche i suoi disegni conservati al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi.

La mostra, spiega Chiara Parisi, ha soprattutto "l'ambizione di rivelare i tratti meno noti" del cosiddetto 'Maestro di Praga' che girò l'Europa accolto alla Corte degli Asburgo, in particolare, il suo "fascino per il grottesco, il bizzarro, e il mostruoso, ma anche per l'illusione e i rebus letterari o le ricerche sull'antropomorfismo o i meccanismi anamorfici". In occasione della prima retrospettiva consacrata ad Arcimboldo, nel 1987, a Palazzo Grassi, a Venezia, i curatori dell'epoca, Pontus Hultén e Yasha David, suscitarono scalpore, definendo Arcimboldo come il precursore della modernità con circa cinque secoli di anticipo. Un'ambizione che caratterizza anche questa nuova esposizione firmata Chiara Parisi. La romana laureata in storia dell'arte contemporanea all'Univiersità La Sapienza di Roma è stata nominata alla guida del Pompidou Metz nell'autunno del 2019, tra i tanti esempi di scambio tra due Paesi, l'Italia e la Francia,legati a doppio filo dalla cultura.

Il centre Pompidou-Metz è tra i musei non parigini più visitati di Francia, anche per la sua vicinanza con altri Paesi europei, come Germania, Belgio e Lussemburgo. .
   

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