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Bilanci in rosso, anche il Met pensa a vendere

Sulla scia di altri musei Usa, per pagare i debiti

Redazione Ansa

NEW YORK - Con i bilanci in profondo rosso anche un gigante come il Metropolitan Museum pensa a vendere qualche opera della sua sterminata collezione: "E' il momento di tenere aperta ogni opzione", ha detto al 'New York Times' il direttore Max Hollein: "Nessuno ha ancora idea di come andrà a finire con la pandemia. Sarebbe irresponsabile se non ci pensassimo mentre ancora stiamo in questa nebbia".

Il Met ha avviato contatti con case d'asta, mentre i suoi curatori hanno cominciato a passare in rassegna le collezioni per individuare doppioni o opere che non sono mai state esposte o lo sono state raramente. Prima di passare alla fase operativa, il consiglio di amministrazione dovrà rivedere le regole sulle "deaccessioni": l'argomento è all'ordine del giorno della riunione di marzo.

Per il Met l'idea è di approfittare della finestra di due anni aperta dalla Association of Art Museum Directors che nei primi mesi del Covid ha allentato le regole che governano la vendita di opere dalle collezioni. In passato ai musei era permesso di usare questi fondi per futuri acquisti di opere d'arte. A fronte delle prolungate chiusure che avevano messo a rischio la stessa sopravvivenza delle istituzioni, la scorsa primavera l'Associazione aveva annunciato che non avrebbe penalizzato musei che "avessero usato gli incassi per spese associate alla manutenzione delle raccolte".

Il Brooklyn Museum aveva dato l'esempio lo scorso autunno rastrellando 31 milioni di dollari in aste negli Usa e in Europa. Subito dopo il Baltimore Museum of Art aveva annunciato la vendita da Sotheby's di dipinti di Brice Marden, Clyfford Still e Andy Warhol per finanziare una serie di iniziative, alcune a vantaggio dei dipendenti, ma l'operazione era finita su un binario morto: a seguito delle proteste di trustees, facoltosi donatori e dell'Associazione dei Direttori di Musei, l'asta era stata sospesa a due ore dall'inizio.

Anche i piani del Met hanno immediatamente incontrato resistenze: tra i critici più in vista, l'ex direttore Tom Campbell, messo alla porta senza cerimonie nel 2017 dopo un mandato di nove anni segnato da accuse di cattiva amministrazione, si è detto "sconcertato". Scrivendo sul suo profilo Instagram, Campbell ha detto di comprendere le complessità dell'amministrazione di un colosso come il Met: "Ho grande simpatia per chi si trova al volante, ma temo che si stia prendendo una strada scivolosa". Secondo Campbell, "il pericolo è che le vendite per sostenere i costi operativi diventino la norma, specialmente se a farlo sono musei importanti come il Met: avrebbe l'effetto che ha il crack su un tossicodipendente".
   

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