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Mantegna e Bellini a confronto a Berlino

Maestri del Rinascimento alla Gemaeldegalerie

Redazione Ansa

BERLINO - E' ancora possibile guardare le opere di maestri del Rinascimento del calibro di Bellini e Mantegna da una prospettiva nuova? E' questo il tentativo ambizioso dell'esposizione che si apre domani alla Gemaeldegalerie di Berlino e che mostra per la prima volta il percorso a specchio dei due grandi artisti italiani. Ciascun'opera dell'uno è mostrata in coppia con un'opera dell'altro. Quasi un gioco di specchi che suggerisce un continuo confronto, pur nella differenza, tra i due artisti coevi e imparentati tra loro.

Un dialogo artistico che iniziò già in vita. Come nel caso della 'Presentazione di Gesù al tempio' di Andrea Mantegna, esposto accanto alla stessa opera di Bellini. La tela di Mantegna si presume sia stata dipinta circa un anno dopo il suo matrimonio con la sorella di Giovanni Bellini, Nicolosia. Vent'anni dopo Bellini dipinge lo stesso soggetto, non solo ispirandosi alla copia del cognato, ma ritracciando il contorno delle figure centrali del dipinto di Mantegna, suggerisce la studiosa tedesca Barbett Hartwieg.

Lo stesso soggetto però getta luce su due mondi diversi, come si vede in modo lampante nel confronto delle due opere con lo stesso tema "Cristo al monte degli ulivi". Drammatico il paesaggio di Mantegna, idilliaco e lirico quello di Bellini, spiegano i due curatori tedeschi della mostra, Dagmar Korbacher e Neville Rowley. "Bellini guarda il cognato" maggiore di qualche anno - racconta Korbacher - "e ne riprende i soggetti, ma è interessato ad altro". Mantegna cerca la precisione dei dettagli, è ispirato dalla scultura, attratto dall'incisione, ma rimane per tutta la sua carriera legato alla tecnica della tempera. Bellini invece passa dalla tempera all'olio, che gli permette di illuminare volti e paesaggi come poche altre tecniche pittoriche.

La mostra, che raccoglie oltre 100 opere tra dipinti e disegni, presenta diverse 'novità' mai esposte prima. Si tratta di due disegni provenienti da collezioni private, quindi mai comparsi prima davanti al pubblico, e due coppie di dipinti originariamente esposti insieme e per la prima volta tornati alla loro originaria disposizione. Si tratta della tempera "La Resurrezione di Cristo", una recentissima attribuzione a Mantegna, proveniente dal museo Carrara di Bergamo, che viene per la prima volta mostrata insieme al dipinto da cui fu probabilmente separata. E poi il dittico "La continenza di Scipio", mostrato per la prima volta a specchio nella versione di Mantegna e in quella di Bellini. La committenza decise dopo la morte di Mantegna di affidare il completamento dell'opera a Bellini, nel 1506. "La continenza di Scipio" conclude idealmente il percorso artistico dei due maestri ed è il momento in cui culmina il dialogo e il confronto tra i due artisti presentato nella mostra berlinese.

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