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A Bonn-Berna opere depredate dal nazismo

Capolavori razziati ad ebrei e oppositori

Mostra liberazione campi nazisti

Redazione Ansa

KUNSTMUSEUM  BERNA - Due mostre d'eccezione, che espongono per la prima volta opere depredate agli ebrei dai nazisti e mai viste dal grande pubblico, si aprono in contemporanea in questi giorni in due importanti musei europei: dal 2 novembre al 4 marzo 2018, nel Kunstmuseum di Berna si potrà visitare l'esposizione "L'arte degenerata, confiscata e venduta" dedicata ai dipinti considerati non degni dei valori nazisti (specie opera degli impressionisti), che venivano rastrellati e venduti all'estero per rimpinguare le casse del regime. Dal 3 novembre all'11 marzo 2018, si apre alla Bundeskunthalle di Bonn la mostra "il furto d'arte per mano nazista e le sue conseguenze". Le due mostre, coordinate dal governo federale tedesco e da quello svizzero, sono accomunate da un unico progetto: 'Gurlitt, status report', dal nome di Hildebrand Gurlitt, uno dei più importanti mercanti della Germania nazista che, per conto del ministro della propaganda Joseph Goebbels, fece razzia delle cosiddette opere 'degenerate' e espropriò ebrei e oppositori di capolavori che sarebbero dovute essere esposte nel museo che il Furher voleva costruire a Linz. Hildebrand Gurlitt, nel dopoguerra, affermò che tutta la sua collezione (circa 1500 opere accumulate in parte per Hitler e in parte per se stesso) era andata perduta nel bombardamento di Dresda. Le autorità statunitensi e tedesche gli credettero.
    Tuttavia nel 2012, in circostanze fortuite, la polizia tedesca trovò sotto cumuli di immondizia un tesoro inestimabile di opere ritenute ormai scomparse nella casa di Monaco di Baviera di Cornelius Gurlitt (figlio ormai ottantenne di Hildebrand, il quale era morto nel 1956).
    Il patrimonio fu posto sotto sequestro e partirono le ricerche, da parte della polizia federale tedesca, per ritrovare i veri proprietari o i loro discendenti. Alla sua morte, nel 2014 Cornelius Gurlitt lasciò comunque tutte le sue proprietà al Museo di Berna. Dopo tre anni e oltre due milioni di dollari spesi nelle indagini - ricorda iI New York Times - sono stati rintracciati meno di dieci legittimi proprietari.
    
   

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